Il gruppo in analisi bioenergetica
Riscoprire una sana relazione con il corpo attraverso la bioenergetica
Come possiamo pensare di uscire dal disagio emotivo senza passare dal corpo? E senza passare da quell’ambiente protetto ma reale del gruppo psicoterapeutico?
In ogni gruppo abbiamo la possibilità di sperimentare com’è entrare in relazione con gli non attraverso il racconto che ne facciamo ma attraverso la nostra esperienza diretta. Un’esperienza che avviene in un contesto protetto, facilitato da regole rispettose di noi stessi e degli altri e condotti da una psicoterapeuta che del lavoro di gruppo ha fatto il tratto distintivo del suo approccio.
Il gruppo è un luogo protetto: un laboratorio esperenziale

È per questo che il gruppo è così importante in bioenergetica
L’amore, come la spiritualità, si fonda sulla capacità di protendersi al di là del proprio Sé. E se il nostro corpo è contratto il nostro desiderio di amare sarà più grande della nostra capacità di farlo e ci troveremo con difficoltà relazionali che ci rendono infelici.
La misura della nostra felicità è disegnata infatti proprio dalla qualità delle nostre relazioni e delle alterne vicende che l’attraversano. Il nostro corpo è un corpo che nasce in relazione e tutta la nostra vita, per quanto possano essere rigidi i nostri confini, si svolge in un contesto relazionale.
Così le difese corporee spesso non sono altro che il disegno delle nostre risposte relazionali. Esplorare con la bioenergetica e la mindfulness relazionale ci permette di comprendere parti della nostra vita relazionale lasciate spesso nell’inconsapevolezza.
Arrendersi all’amore implica la capacità di condividere pienamente il proprio sé con un partner. L’amore non è dare ma essere aperti. Tale apertura deve essere in primo luogo verso se stessi, poi verso l’altro. Ciò implica essere in contatto con i sentimenti più profondi e poi essere capaci di esprimerli in modo appropriato. Alexander Lowen
Il limite morbido e il limite duro
Quando facciamo attenzione al nostro corpo possiamo accorgerci di come il movimento sia essenziale per percepirlo. Se stiamo fermi la percezione si riduce e, in alcuni casi, tende addirittura a scomparire, come se parti intere del corpo non esistessero.
Riprendere la consapevolezza corporea significa però entrare in contatto anche con i nostri limiti fisici e soprattutto scoprire la differenza tra il limite morbido e quello duro.
Il limite morbido è quello in cui il corpo inizia a percepire una certa intensità – che può anche essere piacevole – che amplia la qualità della percezione. sappiamo che potremmo andare oltre – correre più veloci, allungarsi di più – ma quel limite morbido ci permette una maggiore connessione con il piacere del movimento.
Il limite duro è quello in cui il corpo ha raggiunto il massimo di quello che è possibile in quel momento. È possibile che varcarlo significhi farsi male. Perchè arrivare sempre e comunque al limite duro spesso vuol dire volersi punire anziché voler sentire. Inoltre sappiamo che il limite duro fa sentire lo sforzo come esterno mentre il limite morbido come interno e intimo.
La nostra consapevolezza sta tra il limite morbido e il limite duro. Perchè questo spazio ci chiede – come in molti altri momenti della vita – di sentire senza lottare. Riesci a sentire senza lottare?
Protendersi
La percezione di sé o la coscienza di sé sono la consapevolezza del corpo nella sua risposta viva e spontanea. Il sé è il corpo che comprende la mente; è il corpo che reagisce indipendentemente dall’Io. Quindi io sono più cosciente di me stesso quando sono affamato, stanco, assonnato, eccitato o quando sento dolore o piacere. Sono meno cosciente di me quando il mio corpo è insensibile e senza risposte. Alexander Lowen
Una breve classe di esercizi bioenergetici
Con Nicoletta Cinotti,
Psicoterapeuta, Didatta della Società italiana di Analisi Bioenergetica
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