Siamo abituati a sentire la parola miglioramento e, tutto sommato a provare simpatia per l’idea che le cose migliorino. Tanto che, qualche giorno fa, una persona mi ha detto, parlando del fatto che stava meglio rispetto al passato “Sto meglio o sono meglio?”. Perché in fondo l’idea nascosta dietro ai nostri propositi di miglioramento è che, se stiamo male è perché andiamo male. E, quindi, dovremmo migliorare e migliorarci.
Così non ho potuto fare a meno di sottolineare quanto la frase “sono meglio” fosse aggressiva rispetto a come era stata prima e rendesse il fatto che stava meglio una conseguenza dell’essere una persona migliore. In realtà a volte stiamo bene e a volte stiamo male perché la nostra vita è così: un continuo saliscendi che noi cerchiamo di rendere stabile il più possibile. salvo poi annoiarci quando siamo stabili da troppo tempo.
Sarebbe bello se spostassimo il fuoco dell’attenzione dal nostro miglioramento al nostro impegno, alla costanza con la quale ci curiamo, al desiderio di essere più felici. sarebbe bello se apprezzassimo quello che impariamo ogni giorno, anche se non rende il nostro umore immediatamente migliore.
Sarebbe bello se riconoscessimo che anche gli altri si impegnano. Anche gli altri fanno il possibile e imparano qualcosa ogni giorno. E tutti riconoscessimo che il nostro impegno ha valore anche quando non porta ad un risultato immediato. Visto che sarebbe bello perché non iniziare a farlo e anziché misurare quanto siamo migliorati misurare quanto impegno abbiamo dato, quanto siamo stati costanti e fedeli. E apprezzare quello che abbiamo fatto in realtà: di più, evidentemente non potevamo fare.
Non occorre aspettare che sia il futuro a portare un miglioramento: puoi trovarlo già qui. Penmann, Williams
Praticare di mindfulness: Apprezzare l’impegno (File live di pratica)
© Nicoletta Cinotti 2017 Il protocollo MBSR