Ci sono due aspetti che attivano la nostra attenzione, sia verso di noi che verso gli altri. Sono due emozioni contigue ma contrastanti. La prima nasce dal desiderio di avere cura di noi e delle nostre necessità personali. Ci rende pro-attivi e disponibili a prestare attenzione a cose che, normalmente, sottovaluteremmo.
Anche la paura alza, moltissimo, il nostro livello di attenzione. È una delle emozioni che produce più proliferazione mentale ed è associata alle modalità difensive di attacco e fuga. Distorce la percezione, ingigantisce i fenomeni e, quando è molto intensa, paralizza.
In questi giorni siamo chiamati ad essere particolarmente consapevoli di questi due aspetti. Abbiamo bisogno di avere cura di noi, di ricordarci quelle elementari norme igieniche che sono opportune sempre durante un periodo influenzale. Però il fatto che questo sia un fenomeno nuovo nutre anche la nostra paura, quella che ci fa fare scelte irrazionali e basate sul ritiro o sull’attacco. Possiamo guardare con sospetto la comunità cinese, guardare con paura gli altri, rendendoli parti di un contagio emotivo, se non fisico. E, come insegnano i bambini di una nursery, il contagio emotivo è più immediato di qualsiasi contagio.
Così nel prenderci cura di noi, dell’igiene e correttezza del nostro comportamento cerchiamo di prenderci anche cura del contagio emotivo. Non alimentiamo la paura nostra né quella altrui. Questo è un atto di igiene sanitaria importante come lavarsi le mani per 60 secondi. Se avessimo avuto cura delle norme igieniche sanitarie probabilmente questo virus non sarebbe nato. Adesso dobbiamo prendercene cura senza alimentare il contagio emotivo della paura.
Conoscere le nostre paure è il miglior metodo per occuparsi delle paure degli altri. Carl Gustav Jung
Pratica di mindfulness: Lavorare con la paura
© Nicoletta Cinotti 2020