Spesso siamo attraversati da una sensazione di disagio e insoddisfazione. E diamo alle situazioni della nostra vita la responsabilità per questa insoddisfazione. Non siamo soddisfatti del nostro lavoro, del nostro partner, dei nostri figli, della nostra casa e così via.
In realtà, raramente, il punto è cambiare quello che facciamo, ma piuttosto è guardare come siamo diventati nel farlo.
Chi siamo diventati mentre portavamo avanti i compiti della nostra vita?
La vita è un atto creativo, una conversazione intima e imprevedibile e la nostra vita personale e il nostro lavoro sono il risultato di come abbiamo tenuto questa conversazione passionale. E’ questo che può generare soddisfazione o insoddisfazione, più che i risultati.
Possiamo avere ottenuto ottimi risultati ma non essere liberi dall’insoddisfazione proprio perché non ci piace chi siamo diventati per ottenere quei risultati. Allora l’attenzione non deve essere rivolta a nuovi risultati – che non ci toglierebbero dall’insoddisfazione – ma piuttosto a quel dialogo passionale con la vita che ci fa diventare davvero uomini e donne.
Quando mai conosciamo un essere umano? Forse è solo quando abbiamo realizzato l’impossibilità di conoscerlo, rinunciato al desiderio di farlo e abbandonato anche il bisogno, che realizziamo che il nostro è solo un atto di co-esistenza, che non aumenta la nostra conoscenza ma dà una forma al nostro amore. Iris Murdoch
Pratica del giorno: Grounding
© Nicoletta Cinotti 2014 Mindfulness e bioenergetica
Foto di Konrad (Corrado Giulietti) e Morphyne (Cristiano Oliva)