Le nostre emozioni possono essere forze molto intense, capaci di trascinarci al di là di quello che vorremmo. Per questa ragione tutti noi scegliamo delle strategie di regolazione emotiva. Alcune proprie, cioè capaci di farci crescere, altre improprie, cioè capaci di farci evitare quello che riteniamo sgradevole e aggrappare a ciò che riteniamo piacevole, senza comprendere e maturare in questo processo, nessuna nuova saggezza. Sono cure peggiori della malattia che vorrebbero combattere
1. mettere distanza, evitando l’incontro;
2. chiudere il rapporto, credendo di evitare problemi;
3. vendicarsi, credendo di risolvere il dolore;
4. sottomettersi, credendo di prolungare la relazione e il piacere;
5. ribellarsi, evitando la frustrazione.
Quando utilizziamo queste strategie ci sembra di fare qualcosa, di aver trovato una soluzione. In parte è vero ma il costo è molto alto: spesso il costo è aver eliminato una relazione, aver eliminato una parte del nostro mondo esterno rendendo così il nostro mondo interno più fragile e isolato. Il costo è aver trattenuto o manipolato le nostre emozioni, convinti che il risultato ci darà ragione. Ma è poi così?
Ci tratteniamo contro la rabbia, la tristezza e la paura, conteniamo i pianti e le grida, tratteniamo il nostro amore: facciamo tutto questo perché abbiamo paura di lasciarci andare, paura di essere, paura di vivere. La terapia (…) non è un modo di imparare come essere, ma come non fare. Alexander Lowen
Pratica del giorno: Manas: cercare il piacere, evitare il dolore
© Nicoletta Cinotti 2022 Mindfulness ed emozioni. Laboratorio di bioenergetica e self-compassion