Forse ci siamo svegliati poche ore fa. In ogni caso tutti noi abbiamo attraversato la notte per spuntare nel giorno. A volte dopo una notte arruffata, altre volte dopo un riposo sereno. Non c’è giorno che non abbia la sua notte come non c’è respiro che non abbia la sua espirazione.
La notte è modellata dal giorno come l’inspirazione è modellata dall’espirazione, così a volte sono le inquietudini del giorno quelle che rendono la nostra notte meno riposante e serena. Poi c’è la frontiera. La frontiera tra la notte e il giorno, la frontiera tra l’inspirazione e l’espirazione. È nella terra di frontiera che avvengono i cambiamenti. Quanto ci tratteniamo nella notte e quanto ci tratteniamo nel giorno disegna la qualità della nostra vita. Quella frontiera diventa, molto spesso, il luogo del conflitto tra il trattenere e il lasciar andare, tra l’essere consapevoli e alla luce del giorno e l’essere inconsapevoli e oscurati dal buio.
In questa vita non esiste una perfezione illuminata sempre dalla luce ma non esiste nemmeno una notte senza fine. Siamo destinati alla luce del giorno e destinati ad attraversare la notte. È bene ricordarlo quando ci sembra che la notte non debba finire. Dobbiamo ricordare che l’una segue l’altra proprio come l’inspirazione ci nutre e l’espirazione ci libera. Così, quando siamo al buio stiamo in realtà coltivando l’arrivo della luce. Stiamo aspettando l’aurora e l’alba quelle che trasformano l’inconsapevolezza in presenza, il buio in luce.
E se ci sembra di rimanere imprigionati nel territorio di confine non abbiamo che un semplice movimento da fare: ricordarsi che siamo dentro un processo dinamico e che tutto cambia.
La nostra vita è lo strumento mediante il quale compiamo esperimenti con la verità. Thich Nhat Hanh
Pratica di mindfulness: Un respiro affettuoso
© Nicoletta Cinotti 2022 il programma di Mindful Self-compassion