In genere le persone mi dicono che sono efficiente. Quando succede non posso che pensare a mia madre: è sempre stata la persona più efficiente che conosco e non esserlo era, per lei, un gravissimo difetto. Un difetto che ha combattuto perché non riguardasse i suoi figli e, potendo, i suoi nipoti e pronipoti. Non sempre c’è riuscita ma con me direi che ha lasciato il segno: sono piuttosto organizzata. Anzi spesso penso che non sono poi così intelligente ma ho sicuramente una buona funzione esecutiva (le funzioni esecutive sono abilità cognitiva che riguardano pianificazione, organizzazione, programmazione e sono parzialmente indipendenti dal quoziente intellettivo).

Insomma si può essere dei geni incasinati ( e questo ci rende un po’ meno geni) o dei disciplinati ( e questo ci rende un po’ più intelligenti). In ogni caso con gli anni la proverbiale efficienza di mia madre si è persa. Lei stessa si sta perdendo. Come dice lei “perdo i pezzi”. Un po’ di memoria, un po’ di movimento, un po’ di programmazione. In tutto questo sta diventando molto più simpatica. E più libera. Trova soluzioni originali e creative per recuperare quelle funzioni che non è più in grado di mantenere con i soliti mezzi. Riesce a gustarsi molto di più la compagnia e il momento presente. Qualche volta mi bacia, così, a gratis.

Così quando stamattina mi sono accorta che mantenere la mia solita tabella di marcia avrebbe voluto dire stressarmi troppo, ho lasciato perdere. Ecco perché il post ti arriva in ritardo. Anch’io ogni tanto perdo qualche pezzo e questo mi rende molto più simpatica, almeno a me stessa!

Quando presti più attenzione a quello che fai che al risultato futuro che vuoi raggiungere con esso, rompi il vecchio condizionamento dell’ego. Quindi sei non solo più efficace, ma infinitamente più felice e soddisfatto. Fai una cosa alla volta, così è come un maestro Zen definì l’essenza dello Zen. Fare una cosa alla volta significa essere totale in quello che fai, prestargli tutta la tua attenzione. Questa è azione resa, azione potente. Eckart Tolle

Pratica di mindfulness: La consapevolezza del respiro

© Nicoletta Cinotti 2019 Protocollo MBSR

Photo by Denys Nevozhai on Unsplash richie

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