Mi alzo presto, prestissimo, quando la casa è ancora avvolta nel sonno e l’aria della mattina ha quel sapore di novità, tutta ancora da realizzarsi. Mi piace l’aria fredda e mi dà la stessa sensazione di quando cammini su un terreno coperto di neve e senza impronte.
Mi piace la sensazione di essere la prima a leggere il giornale. La prima ad entrare nel panificio. Mi piacciono gli occhi della mattina che conservano ancora il velo del sonno. Mi piacciono i suoni che sembrano più rispettosi e lontani. I movimenti, rallentati. Mi pare che quelle ore che riesco a strappare prima che tutti si sveglino siano quelle che mi appartengono veramente. So che non sono sola ma quella dimensione mi offre una solitudine fruttuosa, fertile, piena di possibilità.
È così che alcuni di noi amano le emozioni dell’inizio e altri quelle della sera, quando tutto è stato fatto e la notte è disponibile ad accoglierci. Ci sono due diverse qualità di attenzione nella mattina e nella sera. Per alcuni l’attenzione della mattina è più vigile. Per altri, all’opposto, è assonnata e solo la sera sono pronti a cogliere la qualità della giornata. L’inizio e la fine sono sempre presenti nel nostro respiro con l’inspirazione e l’espirazione. Se portiamo l’attenzione al respiro, anche in modo informale, ad occhi aperti, capiamo subito dov’è che troviamo la nostra presenza. Io, nell’espirazione mi perdo e torno presente quando inspiro. Anche lì preferisco l’inizio alla fine.
Chi sapeva
di che si trattava,
deve far posto a quelli
che ne sanno poco.
E meno di poco.
E infine assolutamente nulla.Sull’erba che ha ricoperto
le cause e gli effetti,
c’è chi deve starsene disteso
con la spiga tra i denti,
perso a fissare le nuvole. Wislawa Szymborska
Pratica di mindfulness: Intimi con il respiro
© Nicoletta Cinotti 2020 Pratiche informali di ordinaria felicità
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