Essere un insegnante Mindfulness Based Program ci chiede molto a livello profondamente personale, e un impegno fruttuoso con la pratica riflessiva è fondamentale per il nostro sviluppo. Un’introspezione efficace richiede un elemento di pensiero critico, è una combinazione di analisi e domande all’interno di un approccio riflessivo aperto, che comprende l’impegno con il nostro intero sistema – corpo, emozioni e cognizione.
Lo sviluppo delle capacità riflessive è di per sé un processo di apprendimento. È importante che sia incluso e si intrecci con la nostra pratica personale di mindfulness, con la nostra pratica di insegnamento, con la nostra vita quotidiana, con i valori che abbiamo, con i nostri condizionamenti sociali e così via.
Lo sviluppo delle capacità critiche e riflessive è fondamentale per consentire l’apprendimento in un contesto basa to sulla mindfulness e aiuta a garantire che gli insegnanti facciano parte di una cultura della pratica introspettiva e autovalutativa che prosegue aldilà del training formale. In questo modo, l’etica e l’integrità vengono mantenute già dalle basi.
Ci sono alcune caratteristiche chiave della riflessione:
Ci incoraggia a guardare i problemi da diverse prospettive, il che ci aiuta a:
- Comprendere e analizzare i nostri valori, presupposti, pregiudizi e prospettive.
- Si traduce in apprendimento, attraverso il cambiamento delle idee e della nostra comprensione della situazione, può portare all’abbandono di atteggiamenti, idee o comportamenti obsoleti. La riflessione è quindi parte della nostra evoluzione come persone e insegnanti MBP.
- È un processo attivo di apprendimento e va oltre il pensiero o l’azione ponderata.
- Riconosce che l’insegnamento delle MBP non è privo di dilemmi, sfide e problemi.
- Non si tratta di un processo lineare, ma di un processo ciclico in cui la riflessione porta allo sviluppo di nuove idee che vengono poi utilizzate per pianificare le nostre prossime fasi di apprendimento.
Come insegnanti di Programmi basati sulla mindfulness siamo formati per facilitare l’indagine. Il processo di indagine, con i suoi tre livelli di impegno amichevole e curioso con l’immediatezza dell’esperienza, il nostro rapporto con l’esperienza e le implicazioni più ampie di ciò che stiamo notando, è un sistema di riflessione bello ed efficace (Segal et al., 2013). L’aspirazione che abbiamo per i partecipanti (e per noi stessi) è che questo modo di investigare l’esperienza diventi un modo naturale e predefinito di coinvolgerci con la vita.
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Materiale protetto da copyright di Rebecca S. Crane, Karunavira e Gemma M. Griffith (2021), Essential Resources for Mindfulness Teachers, Routledge
PS: Martedi 8 Novembre inizia il primo MBITAC italiano con la conduzione di Sophie Samson, dell’Università di Bangor, una delle università inglesi di eccellenza per l’insegnamento della mindfulness. Organizzare questo ciclo di supervisione e formazione è stata una scommessa, per molte ragioni. Una scommessa che non avrei mai potuto portare avanti senza la collaborazione di (in ordine alfabetico) Andrea Bassanini, Francesca Gallini, Niccolò Gorgoni, Daniela Rosadini e Angelo Simone. Oggi sono contenta di poter dire che inizieremo martedì e che le iscrizioni coprono le spese. Questo è il mio piccolo contributo perché la cultura della mindfulness in Italia possa rispettare criteri di aderenza al Programma originario ma anche di flessibilità e autenticità. È l’inizio di un’avventura: non so come andrà ma sono davvero felice di essere arrivata alla partenza. Grazie a chi ha scelto di partecipare. Grazie a Marina Petruzzi che si occuperà della traduzione live mentre tutto il resto del materiale tradotto è stato prodotto dal piccolo gruppo che ho citato sopra. Puoi trovare il materiale sul sito dell’università di Bangor. Grazie a Symphosia che si occuperà dei crediti ecm in FAD, in particolare nella persona di Cinzia Rinaldi e Alice Marino
©www.nicolettacinotti.net per la Rubrica “Addomesticare pensieri selvatici”