Siamo tutti abbastanza orgogliosi della nostra intelligenza. Ci piace essere capaci di comprendere, magari velocemente, i problemi che sorgono quotidianamente. Ci diverte trovare soluzioni e alternative.
Il punto è che l’intelligenza è una qualità sfaccettata e pretendiamo, da noi stessi, di usare l’intelligenza logica su tutti gli argomenti. Anche quelli in cui non è applicabile. Come le nostre emozioni, che non sono rompicapi da risolvere ma stati d’animo da esplorare e accogliere.
Così, anche se può suonare strano, a volte il non giudizio è l’unico atto d’intelligenza che possiamo fare. È dalla sospensione del giudizio che possiamo accedere alla consapevolezza, quell’intelligenza intuitiva con la quale possiamo incontrare le nostre emozioni.
È attraverso il non giudizio che possiamo uscire dalla logica “giusto o sbagliato”, quel terribile sistema binario che ci rende outsider di noi stessi.
Sospendere il giudizio è un’atto di intelligenza, non di stupidità. È anche un atto di gentilezza che scioglie la durezza della nostra critica.
Se hai intenzione di criticarti ogni volta che la tua mente si discosta dal momento presente, bene, allora è probabile che passerai molto tempo a criticarti. Jon Kabat Zinn
Pratica di mindfulness: La pratica di Metta e il critico interiore
© Nicoletta Cinotti 2022 MIndfulness ed emozioni: bioenergetica e self-compassion