Imparare il mestiere di vivere
Poco tempo fa, durante un ritiro, ho fatto una camminata insieme ad altre persone. Niente di strano direte voi.
Eppure quella camminata ha avuto su di me un impatto fortissimo. Si trattava, infatti, di camminare con sincronia. E ben presto mi è sembrata una metafora degli imprevisti nel mestiere di vivere.
Mi è stato chiaro che per stare in sintonia era necessario che abbandonassi ogni schema.
Scegliere di aspettare il passo, accelerarlo, gustarmi il ritmo e perderlo, seguirlo e cercare di raggiungerlo.
Avere un’unico oggetto d’attenzione, seguìto senza distrazioni: quello del gruppo, così mutevole e fugace. Con momenti di felicità – quando riuscivamo a sintonizzarci – e altri di frustrazione, quando qualcuno perdeva il ritmo. E la semplice constatazione che la difficoltà di uno influenzava il passo di tutti.
Fare questa pratica ha portato una piccola ma incredibile sensazione. Ho sentito che tutti i miei schemi, tutte le mie competenze, tutta la mia intelligenza non servivano a mettermi in relazione.
Per stare in relazione avevo bisogno di essere flessibile e presente, di accogliere il continuo mutare del ritmo. Di gustarmi la sintonia per poter accogliere la frustrazione. Avevo bisogno di ricominciare con ogni passo.
Proprio come nella vita.
L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante. Cesare Pavese
Pratica del giorno: Meditazione camminata
© Nicoletta Cinotti 2014 Meditazione e poesia