Di che cosa abbiamo bisogno quando abbiamo un dolore? Credo che la maggioranza di noi risponderebbe che abbiamo bisogno di essere consolati.
Eppure mi capita molte volte di osservare che avviene proprio l’opposto: è successo un evento doloroso e ci rimproveriamo – o veniamo rimproverati – perché abbiamo sbagliato. Come dire che, se fossimo perfetti, nessun dolore entrerebbe mai nella nostra vita.
Il fatto interessante è che la reazione di rimprovero spesso è spontanea e immediata. Automatica. Suscitata dal desiderio di porre rimedio a qualcosa che, poiché è già avvenuto, è irrimediabile. Come mai non rispondiamo automaticamente con la consolazione?
Forse perché ci siamo spaventati: rabbia o paura attivano spesso reazioni simili. Forse perché il nostro rilevatore emotivo non è sintonizzato sulla compassione ma sull’errore. E fino a che la compassione non sarà la prima risposta al dolore – nostro o altrui – rabbia o paura saranno sempre pronte a sbocciare fuori. In qualsiasi circostanza. Appropriata o meno. E noi saremo i primi ad essere rimproverati e gli ultimi ad essere perdonati.
I sentimenti dolorosi sono, per loro natura, transitori. Si indeboliscono con il tempo, a meno che non vengano amplificati o prolungati dalla nostra resistenza o dal nostro evitamento. Il solo modo che abbiamo per liberarci da un dolore debilitante è starci dentro. L’unica via d’uscita è attraversarlo. Kristin Neff
Pratica di Mindfulness: Self compassion breathing
© Nicoletta Cinotti 2016 Cambiare diventando se stessi
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