Nulla, più delle relazioni, è maestro dell’inevitabilità del cambiamento. Ci innamoriamo e ci troviamo improvvisamente con una vita completamente diversa, anche se è sempre la stessa. Nel tempo l’innamoramento cambia e diventa la solida profondità dell’amore. Nel frattempo il cielo sempre sereno dell’innamoramento è attraversato da temporali, più o meno sporadici. Ma anche la solidità dell’amore non è costante: può variare verso l’affetto fraterno, l’amicizia, la grigia monotonia. Può essere tenuto insieme da altri amori – i figli, le famiglie, gli amici – o disperso da altre attività. Un continuo mutare del panorama interno ed esterno. E questo amore – così perfetto – può mutare ancora fino alla fine. Perchè nulla – più delle relazioni – ci insegna che niente è per sempre. Malgrado i muri siano peni di scritte che ci invitano a crederlo.
Fin qui direi tutto bene: qualcuno vive insieme tutta la vita; qualcuno vive molte relazioni in una sola vita. La cosa incredibile è che, spesso, proprio il cambiamento che è interno alla relazione, viene trattato come un errore. Non l’inevitabile processo di trasformazione a cui tutto è soggetto. Ma uno sbaglio da ripristinare. Così vedi persone che inseguono una fase – l’innamoramento va per la maggiore – ma non vogliono assolutamente entrare in un’altra. Altre che di fronte alla maturità di una relazione entrano in stallo. Altre ancora che non si rassegnano al dolore della fine, prolungandolo così nel tempo, anche molto oltre il necessario.
Il problema è quando va tutto bene e la paura disegna la catastrofe, costituita, sempre da qualcosa che cambia e ci fa temere che sia il preludio della fine. E niente serve a convincere del contrario.
E se tutto questo fosse uno specchio della nostra paura del cambiamento? Un’estrema difesa della nostra necessità di tenere tutto fermo perchè solo quello che controlliamo ci sembra perfetto? E se, alla fine, la lezione che ci insegna l’amore fosse proprio l’imprevedibilità, il momento per momento, e la fioritura del presente?
Le paure sono solo manifestazioni delle cose familiari del passato. Virginia Satir
Pratica di mindfulness: Cullare il cuore
© Nicoletta Cinotti 2016 Le radici della felicità