Quando abbiamo una difficoltà, qualsiasi tipo di difficoltà, possiamo tendere ad avere una memoria generalizzante: abbiamo sbagliato una cosa e possiamo pensare “Sbaglio sempre”.

Questa generalizzazione avviene anche nelle relazioni. Abbiamo avuto una difficoltà relazionale e possiamo pensare che ci va sempre male, che tutte le nostre relazioni sono sbagliate e così via.

In realtà il nostro modo di stare in relazione è diverso a seconda del grado di intimità. Ed è il tipo di intimità che spesso è attivatore di una specifica difficoltà. Quindi, proviamo ad immaginare le diverse gradazioni di intimità come i cerchi che si diffondono nell’acqua quando cade un sasso.

Il punto centrale è l’intimità con noi, il secondo cerchio è l’intimità con le persone che amiamo. Il terzo cerchio è l’intimità con gli sconosciuti, il quinto cerchio è l’intimità con le persone con le quali abbiamo una relazione difficile. E l’ultimo, il più lontano, è la condivisione che ci riguarda perchè facciamo parte della famiglia umana. Se guardiamo in questo modo alle nostre relazioni possiamo accorgerci che non tutti i gradi di intimità ci sono difficili. Che solo in alcune situazioni incontriamo ostacoli. Potremmo accorgerci che ci è facile essere gentili con gli sconosciuti ma, magari, arriviamo a casa la sera e siamo nervosi proprio con le persone che amiamo di più.

Guardare le relazioni con il filtro dell’intimità ci permette di arrivare alla domanda essenziale di tutte le relazioni: quanto sono intimo con me stesso? Quanto mi permetto di accogliere le parti facili e difficili di me? Quanto credo che sia possibile avere intimità anche con aspetti di me che mi suscita vergogna o rabbia, scoraggiamento o delusione? Perchè, stranamente, come nelle favole, la chiave dell’intimità con gli altri sta nell’intimità con se stessi.

Le relazioni sono il luogo dove con più intensità e facilità si innescano reattività emotiva e proiezioni mentali. Nei momenti in cui si trova in relazione con l’altro il nostro io attiva e manifesta con più forza le sue molte facce. Oltre che intensa questa reattività è molto spesso condizionata, non intenzionale. Fabio Giommi

Pratica di Mindfulness: La consapevolezza del respiro

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