L’amore è fatto di piccoli passi quotidiani e di grandi eventi episodici: insieme costruiscono un legame che si rafforza – o si indebolisce – con il tempo e con le vicissitudini della vita.
Un legame fatto di reciprocità: un po’ come il cordone ombelicale è fatto di scambio, di comunicazione non verbale ma emotiva. Una reciprocità che non sta troppo nel conteggio del bilancio. A volte diamo di più, altre volte riceviamo di più e tutto questo è perfettamente normale. E, nella sua normalità, assolutamente straordinario.
Poi ci sono fedeltà invisibili che vanno ben oltre il legame reciproco. Magari la storia è finita da tempo ma continuiamo ad amare – con passione – quella persona, di un amore sordo e tenace. Oppure stiamo insieme e ci sarebbero buoni motivi per non stare più insieme ma non riusciamo a separarci. Dentro di noi quel legame, contro ogni evidenza, è ancora degno di fedeltà. Non riusciamo a staccarci malgrado il nostro bilancio sia in rosso. E quando lo facciamo, finalmente, possiamo ancora sentirci in colpa per averlo fatto.
La fedeltà invisibile è più forte del legame: è quando una parte di noi è rimasta dentro l’altro. È quando l’altro è stato più di un amore. È stato il ricordo del tornare a casa di quando eravamo bambini. In effetti non è l’altro che dobbiamo lasciare: dobbiamo riportare a casa quel pezzo della nostra anima che abbiamo lasciato in giro nel mondo.
Jane Austen non si è mai sposata eppure ha raccontato sull’amore, più di qualunque persona che io conosca: perché sapeva bene cos’è la fedeltà invisibile.
Non voglio che la gente sia troppo simpatica: questo mi risparmia il disturbo di volerle molto bene. Jane Austen
Pratica di mindfulness e bioenergetica: Protendersi
© Nicoletta Cinotti 2018
Photo by Anita Austvika on Unsplash