I semi della gratitudine fioriscono lentamente. Sono semi delicati che soffrono per le intemperie e dell’aridità del suolo.
Una volta messi a dimora può sembrare che siano improduttivi anche per molto tempo. Poi, una tiepida primavera, un umido autunno, li possono far germogliare illuminando di nuovi significati ogni cosa.
Sono sensibili al modo e patiscono ciò che è brusco come il vento, capace di disperdere anche le migliori intenzioni per farle fiorire lontane nel tempo. In altri luoghi e in altri cuori.
Sono i semi che nutriamo quando, dopo aver rivolto uno sguardo gentile e preciso a noi stessi, nella pratica di Metta, auguriamo alle persone che ci sono vicine, lo stesso auspicio: Che tu possa essere sano, che tu possa essere in pace, che tu possa essere felice.
Si nutrono di comprensione e riflessione e fanno un uso davvero creativo della memoria, riconciliando così passato, presente e futuro.
Per me, oggi, é tempo di semina. Ieri di raccolta.
Convincimi che hai un seme e io mi preparerò ad aspettare meraviglie. Henry David Thoreau
Pratica di mindfulness: La pratica della gentilezza
© Nicoletta Cinotti 2015
Foto di © Daria Scaglia, Milano