Quando lottiamo contro la nostra nevrosi, quando cerchiamo di combattere quello che di noi non amiamo, dovremmo ricordarci che la nostra saggezza è fatta dello stesso materiale della nostra nevrosi.
E l’anello di congiunzione tra questi due aspetti è l’energia. I nostri comportamenti disfunzionali sono così difficili da cambiare perché hanno una forza e una direzione di movimento che li rende poco contrastabili.
Ecco perché abbiamo bisogno della gentilezza. La gentilezza è un atto nobile e generoso che ci permette di riconoscere pienamente quello che proviamo, di sentirne l’energia e la direzione all’azione. Poi, una volta compreso quello che sta accadendo, possiamo scegliere se lasciarlo andare o esprimerlo.In questo modo la nostra nevrosi diventa una continua sorgente di apprendimento, che ci permette di andare in profondità in chi siamo e in come ci muoviamo nel mondo.
Allora non ha più importanza se proviamo rabbia o gelosia, invidia o tristezza: l’importante diventa fare amicizia e nutrirsi di quella straordinaria energia che le anima, senza esserne posseduti. Arrivare a conoscere l’emozione in profondità e con delicatezza. Allora, in quel momento, non abbiamo più bisogno di esprimerla né di farsi trascinare perché quello che abbiamo provato ha già fatto quello che doveva fare: ci ha permesso di conoscere le due facce della stessa medaglia. Saggezza e nevrosi.
Le nostre nevrosi e la nostra saggezza sono costituite dallo stesso materiale. Se buttiamo via le nevrosi, buttiamo anche la saggezza. Quando siamo molto arrabbiati, siamo anche pieni di energia: è questa energia che ci rende così vitali e che piace tanto alla gente. Il punto allora non è liberarsi dalla rabbia ma farci amicizia, osservarla chiaramente con precisione, onestà e gentilezza. Pema Chodron
Pratica di mindfulness: Meditazione del lago
© Nicoletta Cinotti 2016 Cambiare diventando se stessi
Foto di ©Il linguaggio degli alberi di Ciampi e Cannizzaro