Nascere sullo spartiacque

Sono nata sullo spartiacque tra tirreno e adriatico. Un po’ guardo a Modena e un po’ a Firenze e Firenze e Bologna sono equidistanti. Dev’essere per questo che mi ritrovo spesso sullo spartiacque. Sono psicoterapeuta ma mi occupo di scienze contemplative. Sono divulgatrice e guardo alla ricerca scientifica. E anche oggi sarò con te in un territorio di confine che cerca di rispondere ad una domanda: come possiamo curare il dolore?

Le quattro nobili verità

In fondo questa è la domanda che ha spinto il Buddha nella sua ricerca. Il dolore è inevitabile ma c’è una strada che conduce alla cessazione della sofferenza? Lui la trovò e la risposta a questa domanda sta alla base dei protocolli mindfulness e dello spartiacque tra buddismo e psicoterapia, psicologia buddista e psicologia contemporanea e qualche eterna diatriba tra quanto soluzionismo c’è nella risposta a questa domanda. Così ieri, nel convegno su “Le frontiere della Scienza Contemplativa: psicoterapia, neuroscienze, mindfulness e Dharma”il vero filo conduttore nascosto è stato “cosa funziona quando siamo nel dolore? Quali pratiche mostrano maggiore efficacia?”ben espresso dagli interventi di Antonino Raffone, di Aviva Berkovich-Ohana e di Giuseppe Pagnoni che hanno portato i dati delle ricerche neuroscientifiche più attuali.

Le risposte stanno su due linee di intervento:1) la consapevolezza aiuta la dis-identificazione dalle narrative del sé ma 2) la pratica che risulta più efficace nella riduzione del dolore in praticanti meno esperti (come immaginiamo siano i partecipanti ai protocolli mindfulness) è la pratica di Gentilezza amorevole o Metta. Una risposta davvero interessante e che ci permette di uscire dalla polemica tra mindfulness e self-compassion: entrambe sono un’integrazione necessaria l’una dell’altra da modulare con saggezza.

Il mini corso “in corso”

Anche in questo caso mi ritrovo su uno spartiacque: nasco come mindfulness teacher per i protocolli MBSR e MBCT e adesso conduco anche il programma di Mindful Self-compassioni. La risposta la trovo proprio nei risultati presentati da Antonino Raffone. Come psicoterapeuta io incontro il dolore delle persone quotidianamente e finisco per desiderare la cessazione del dolore come passaggio necessario per la crescita.

Quando c’è troppo dolore e troppa sofferenza il cambiamento è bloccato dall’avversione e quindi abbiamo bisogno di occuparci di quel dolore (che spesso è legato all’eccessiva identificazione con le narrazioni su di noi) per poter crescere nella consapevolezza.

Come saggiamente dice Chris Germer non possiamo far cessare il dolore se non sappiamo cosa lo attiva e quindi non può esserci self-compassion senza consapevolezza.

Così nel mini corso gratuito parto dai fondamenti della consapevolezza come disegnati nel Satiphattana Sutta: la consapevolezza del corpo; la consapevolezza delle sensazioni; il panorama della mente. Successivamente esploreremo, sempre nella pratica gratuita, la consapevolezza delle diverse categorie d’esperienza o Durmaz, ossia quelle categorie che coltivano le narrazioni su di noi.

Hai perso il primo incontro? Niente paura lo trovi registrato qui

 

La consapevolezza del corpo Lunedì 16 Maggio ore 8 am
La consapevolezza delle sensazioni Lunedì 23 maggio ore 8 am
Il panorama della mente Lunedì 30 maggio ore 8 am

Il programma è l’atteggiamento

Questo programma è svolto a partire dall’atteggiamento con cui guardiamo a questi oggetti di attenzione. Infatti, se il nostro atteggiamento è critico o severo rischiamo di coltivare l’avversione e ottenere quindi l’effetto opposto: anziché guardare con coraggio a quello che accade ci scoraggiamo. Anziché ridurre la resistenza e l’avversione la coltiviamo. Anziché ammorbidire, risvegliamo il dolore con i ritorni di fiamma.

Il primo incontro c’è stato lunedì scorso e puoi trovare qui la registrazione. Lunedì prossimo sarà dedicato alla Consapevolezza delle sensazioni e il lunedì successivo alla Consapevolezza dei pensieri. L’intenzione è quello di coltivare, con questi tre incontri, un atteggiamento verso la pratica che faccia sì che non vengano alimentati gli aspetti di avversione nei confronti di sé stessi.

L’atteggiamento verso la pratica: mindfulness con heartfulness

Perché prendiamo in maniera così scoraggiata le difficoltà che incontriamo con la pratica? E in che modo guardare queste difficoltà? Credo che la risposta stia nella vulnerabilità narcisistica. Facciamo fatica a stare di fronte alla nostra im-perfezione e invece che considerarla un’opportunità da esplorare con interesse e curiosità ci scandalizziamo come se dentro di noi albergasse una maestrina con la penna rossa sempre pronta a darci un brutto voto.

In realtà perché ci sia possibile sviluppare intimità con la pratica non abbiamo affatto bisogno di essere concentrati ma solo di essere presenti in maniera affettuosa. Smettere di scandalizzarci è un modo per guardare con curiosità all’esperienza in corso. Un modo per diventare intimi con la nostra imperfezione. Prima siamo a casa con la realtà così com’è e prima possiamo essere comodi nella nostra casa.

La consapevolezza delle sensazioni: lunedì 23 Maggio

Cosa significa di preciso consapevolezza delle sensazioni? La prima risposta è diventare consapevoli dell’etichetta – piacevole, spiacevole e neutro – che mettiamo al sorgere di qualsiasi esperienza perché quell’etichetta condiziona la nostra reattività. Se la sensazione è piacevole può alimentare il desiderio di trattenerla, se è spiacevole il desiderio di scacciarla e se è neutra può alimentare un senso di delusione. A questo punto spesso proiettiamo sull’esterno la sofferenza che proviamo confondendo stimolo con causa. L’esperienza è uno stimolo che ci porta all’etichetta piacevole, spiacevole, neutro e non la causa. Riuscire a distinguere tra stimolo e causa significa trasformare il nostro desiderio di cambiare il mondo nella possibilità di cambiare noi stessi attraverso la coltivazione dei semi benevoli anziché la coltivazione dei semi della sofferenza perché ognuno di noi è portato a vedere negli altri quello che ha nel suo cuore. Insomma vediamo quello che siamo più che quello che c’è

Il panorama della mente: lunedì 30 Maggio

Joseph Goldstein afferma che il primo aspetto è rimanere consapevole del proprio processo di pensiero quando la mente pensa o vaga. Rimanere consapevoli di ciò che accade significa considerare il pensare come un’attività naturale della mente.

Il vero punto saliente è se ci sentiamo disturbati dai pensieri o giudizi sul nostro pensare o se reagiamo al contenuto dei pensieri.

Il problema non sono i pensieri ma l’ atteggiamento nei confronti dei pensieri. il problema non è il vagare della mente ma l’atteggiamento nei confronti del vagare che ci porta a considerarlo sbagliato. Quando siamo disturbati dai pensieri ricordati che non pratichiamo al fine di non pensare ma piuttosto per riconoscere il pensiero come parte del processo che sorge. Come impariamo ad essere più a nostro agio con il processo del pensare possiamo diventare più consapevoli anche del contenuto.

Liberi dall’altalena: mettere in pratica

Cosa significa mettere in pratica la consapevolezza del corpo, delle sensazioni e il panorama della mente? Significa smettere di analizzare, giudicare, paragonare e semplicemente stare nel fatto che tutto questo accade e non è “colpa di quello che è fuori” ma causato da quello che sta dentro di noi. Non abbiamo bisogno nemmeno di pazienza ma solo di ripetizione gentile. La pazienza potrebbe farci credere che ci sia una distanza tra dove siamo e dove dovremmo essere. Nessuna distanza invece: siamo proprio dove ci dovremmo trovare o, come dice Kabat-Zinn siamo già dove siamo convinti di star andando. Riconoscere quello che accade ci restituisce una piccola e semplice constatazione: le narrazioni su di noi (che saranno oggetto delle successive pratiche gratuite) solidificano il dolore e , davvero, non ce ne sarebbe bisogno!

Bigliografia ragionata

Con Mindfulness ed emozioni potrai entrare più in profondità su come le emozioni possono coltivare risposte avversative o affiliative. Le risposte affiliative sono quelle che coltivano semi di felicità

Con Scrivere la mente potrai esplorare più in profondità come si strutturano le narrazioni sul Sè

© Nicoletta Cinotti 2022 Mini corso gratuito di mindfulness

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