Ogni oggetto ben contemplato crea un organo per la sua percezione. Goethe
Ciò che è in grado di vedere, udire, muoversi, agire deve essere la tua mente originaria. Chinul, maestro Zen coreano del XII secolo
I nostri sensi e ciò che danno origine sono, nel momento in cui li prendiamo in considerazione, sbalorditivi sotto ogni aspetto. Anche se ne riconosciamo il valore, tendiamo a darli per scontati e a sottovalutarne la portata e la profondità. I nostri sensi sono la nostra capacità di reclutare e sviluppare un’incredibile gamma di potenzialità intellettuali per decodificare l’esperienza e situarci nel mondo fenomenologico. Essere in contatto con i nostri sensi –assai più di cinque, come mostra la moderna neuroscienza – e con i mondi che ci aprono verso l’interno e l’esterno è l’essenza della mindfulness e della consapevolezza meditativa. Prestare loro attenzione offre una miriade di opportunità per realizzare la veglia, la saggezza e l’interconnessione nella nostra vita quotidiana.(…)
Ogni senso ha la propria specifica costellazione di caratteristiche, sulle quali non solo ci facciamo «l’immagine» del mondo «esterno» ma gli diamo anche un significato, elaborando la capacità di collocarci in esso, momento per momento.(…)È questo l’invito che ci fa la presenza mentale: incontrare i nostri sensi nel punto di contatto con l’oggetto della percezione (…); conoscere quei mondi sensoriali (e soffermarci in questa conoscenza) nella loro pienezza, invece che nella riduzione di efficienza che operiamo su di loro quando per abitudine ignoriamo o smorziamo «le porte» stesse dei sensi e la mente che li incontra e che attribuisce un significato a loro e a noi stessi.(…)
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