La vergogna è il sentimento del contatto. Nasce quando entriamo in contatto con la realtà e nell’incontro riceviamo un rifiuto.
Questo essersi aperti, protesi ed essere stati rifiutati – o aver letto come un rifiuto ciò che abbiamo incontrato – produce un veloce ritiro: questo è il dolore della vergogna.
Ma la vergogna non ha solo una componente di bruciante dolore. Rimane la paura di venir nuovamente rifiutati, e un piccolo ritiro preventivo, una memoria del rifiuto che si trasforma in cautela, ansia o timidezza.
E così dolore e paura, variamente uniti tra di loro, diventano un velo nella percezione della realtà. Alla fine quello che temiamo è la realtà nuda e cruda, in tutta la sua semplice verità. La temiamo per quel misto di dolore e paura che si accompagna al rifiuto.
Inizia allora la proliferazione dei pensieri. Nel vano tentativo di rassicurarci, nel costante tentativo di prepararci a vivere.
Nel costante, estenuante tentativo di non sbagliare. Nel costante estenuante tentativo di non venir rifiutati. Mai
Arrendersi al corpo significa lasciar andare quell’immagine ideale di noi che copre e compensa un sottostante sentimento di inferiorità, vergogna e colpa. Alexander Lowen
Pratica del giorno: Protendersi
© Nicoletta Cinotti 2014 Mindfulness ed emozioni