Capita a tutti di sperimentare, a volte con sorpresa, il correre veloce del tempo o, all’opposto, la sensazione di avere avuto moltissimo tempo per fare qualcosa. Anche se la durata cronologica è uguale, la stessa esperienza può essere vissuta da due persone diverse con una durata soggettiva opposta.
Rincorriamo le nostre giornate con la sensazione di un tempo che corre, oppure che si dispiega come un lenzuolo al vento, dandoci ampio spazio. C’è una spiegazione per questa sensazione così soggettiva legata al tempo: è la relazione tra il disordine e gli eventi significativi. Noi misuriamo il tempo come distanza tra un evento significativo e un altro. Non è detto che un evento significativo sia un grande evento: può essere semplicemente qualcosa a cui abbiamo dedicato tutta la nostra attenzione. Quando diminuisce l’ordine e aumenta il caos la percezione del tempo rallenta. E, viceversa, quando aumenta l’ordine e diminuisce il caos il tempo accelera. Tanto più siamo programmati tanto più il tempo accelera e si ferma solo quando qualcosa di interessante o di nuovo incontra la nostra attenzione. Se vogliamo è come un ritmo musicale veloce e lento, lento e veloce.
I bambini vivono tantissimi eventi significativi nelle loro giornate. Chi non ha in mente un bambino che sulla strada si ferma a guardare una cosa che a noi sembra insignificante come se fosse la scoperta più bella del mondo? È questo che, nell’infanzia, dava quel meraviglioso senso di dilatazione del tempo, per cui un mese ci sembrava anni. E le vacanze estive sembravano non finire mai, tanto da non vedere l’ora (o temere?) che tornasse la scuola. Se poi l’intervallo tra un evento significativo e un altro è breve la sensazione arriva addirittura ad essere quella di assenza di tempo. Questa assenza di tempo o questa sensazione di un tempo ampio e dilatato è quella che costituisce il terreno per l’appagamento e la felicità. Anche nei momenti difficili, ancorarsi all’esperienza e non pensare a quando finirà – o cercare di farla finire prima possibile – ci salva. Ci salva dalla sensazione che il presente sia sabbia che ci scorre tra le dita troppo velocemente per essere afferrato e, soprattutto vissuto. Così l’estate – così ricca di eventi diversi dal solito – può essere lo spazio perfetto per la vita vissuta. E più momenti di presenza vivremo e più ci sembrerà lunga!
Se desiderate rallentare la percezione interiore della vita che passa – o forse che vi passa accanto – avete due possibilità. Una è riempire la vostra vita del maggior numero possibile di esperienze miliari, nuove e piene di speranza. Molte persone si dedicano a vivere in questo modo, sempre in cerca di una nuova esperienza forte che renda la loro vita degna di essere vissuta: lunghi viaggi in paesi esotici, sport estremi o anche solo un’altra cena da gourmet. L’altro modo possibile per rallentare la percezione del tempo che scorre è rendere degni di nota i momenti ordinari, prendendone nota. L’attimo più piccolo può diventare una vera e propria pietra miliare. Se foste davvero presenti ai momenti che vivete mano a mano che si susseguono, qualunque cosa stia accadendo, scoprireste che ogni momento è unico e nuovo e perciò pieno di slancio. Jon Kabat Zinn
Pratica di mindfulness:Addolcire, confortarsi, aprire
© Nicoletta Cinotti 2016 Le radici della felicità
Foto di ©: Camila Nogueira :.