“Prendiamoci cura dei bambini”, ha detto ieri l’ultima paziente della serata, rivolta al marito. Non so perchè questa frase – che avrò sentito dire tantissime volte – mi è rimasta dentro. Come un’orma nella sabbia. Il sonno della notte ha fatto emergere quello che c’era sotto. I bambini di cui parlavano non erano solo i loro bambini. Erano loro da bambini. Anzi forse direi che spesso, in una relazione affettiva, cerchiamo qualcuno che riempia quel senso di mancanza che ci portiamo dentro, vero peccato originale della nostra vita.

È il senso della mancanza che ha spinto Eva a prendere la mela, È il senso della mancanza che ci spinge ad accettare relazioni senza le quali saremmo molto più felici. È il senso della mancanza che ci fa rimanere ad oltranza in luoghi da dovremmo andare via. Senza fuggire. Ma dovremmo andare via. Fare le valigie, mettere dentro ordinatamente le nostre cose (anche alla rinfusa va bene) e andare via. Perchè è nostro dovere prenderci cura del bambino che è dentro di noi e non darlo in affidamento a genitori distratti o anaffettivi.  Dovremmo dargli quell’affetto e quell’attenzione responsabile che un genitore dà (o dovrebbe dare) al proprio figlio. E soprattutto dovremmo insegnare al nostro bambino interiore che molte volte è meglio la mancanza, di un pieno che soffoca. Molto meglio la mancanza della dipendenza affettiva. Molto meglio quel brivido di paura del primo passo fatto da soli che quel senso di aggrappamento e frustrazione per tanti passi fatti malamente insieme.

Questo è un invito a prendere in affidamento i bisogni del proprio bambino interno. Perché, se lo diamo in affidamento, in adozione, senza riserve, ci troveremo, come Eva, molto presto fuori dal Paradiso Terrestre. Le relazioni affettive crescono tra adulti; tra bambini sono esposte a tutte le liti e i dispetti infantili. Non sposiamo nostro padre o nostra madre. Sposiamo una persona che, proprio come noi, ha un senso di mancanza. Proprio come noi cerca qualcuno che lo salvi. La buona notizia è che la salvezza è sempre possibile. La vera notizia è che quella salvezza va cercata dentro di noi, perchè si realizzi fuori di noi.

Nessuno deve mai vergognarsi di piangere, poiché siamo tutti dei bambini nel nostro cuore. Alexander Lowen

Pratica del giorno: Grounding

© Nicoletta Cinotti 2017 Verso un’accettazione radicale

Foto di © Maria Mancone

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