Sappiamo per esperienza che è impossibile vivere senza incontrare il dolore. Spesso però non riflettiamo sul fatto che il nostro modo di stare di fronte al dolore non è neutro.
Ci sono alcune cose che facciamo che allungano la durata del dolore. Ci aggrappiamo all’offesa e la ripetiamo mentalmente e in questo modo alimentiamo la sofferenza per ciò che è avvenuto. Anziché lasciar andare, teniamo vivo il trauma. Oppure reagiamo – magari vendicandoci – al dolore. E in questo modo inneschiamo una catena in cui dolore e sofferenza si mischiano continuamente. A volte la sofferenza connessa al dolore è una vergogna, una umiliazione. Come se soffrire fosse anziché un fatto della vita, il segno di un errore.
Il dolore, come tutte le emozioni, ha una durata. Reagendo trasformiamo il dolore in una sofferenza continua.
Per uscire da questo labirinto abbiamo bisogno di arrenderci al corpo: in questo modo sciogliamo le tensioni che ci perseguitano e permettiamo che ciò che ci accade abbia la sua durata e non quella della nostra volontà.
Ringrazio Maria che commentando il post di ieri mi ha aiutato a continuare il discorso! Aspetto altri commenti!!!
“Arrendersi al corpo significa abbandonare l’espansione dell’immagine di sé che copre sottostanti sentimenti di inferiorità, vergogna e colpa“. A. Lowen
Pratica del giorno: La consapevolezza del respiro
© Nicoletta Cinotti 2014 Mindfulness e bioenergetica