Molte delle nostre emozioni sono emozioni sociali, ossia emozioni che hanno un effetto diretto sulle nostre relazioni con gli altri. Emergono nella primissima infanzia e poi, con alterne vicende, diventiamo più o meno vulnerabili alla loro ripetizione.

La vergogna, la gelosia, invidia, il senso di colpa, l’imbarazzo, la timidezza, sono esempi di emozioni sociali che hanno un effetto diretto sul nostro modo di comportarci con gli altri. Non sempre le percepiamo come emozioni con sfumatura corporea. Infatti iniziamo presto a nascondere le nostre emozioni nelle pieghe dei pensieri. Soprattutto le emozioni sociali sono molto spesso flussi di pensiero su come ci saremmo dovuti comportare o su come sarebbero dovute andare le cose.

Queste emozioni sociali sono critiche non solo perchè regolano le nostre relazioni ma perchè, spesso, rimangono nascoste e negate anche a noi stessi. Facciamo fatica a riconoscere quanto – dietro alle critiche e a rimproveri nei confronti degli altri – si celi la gelosia. Facciamo fatica ad ammettere che non siamo solo gelosi dei nostri partner ma siamo gelosi anche dei successi e delle gioie altrui. Ce ne vergogniamo e così una emozione dietro l’altra, anziché mettere ordine dentro di noi, mettiamo in cantina molto di quello che proviamo.

È normale provare gelosia, vergogna o senso di colpa. Qualsiasi emozione ha diritto di esistere. Quello che fa la differenza è se ci facciamo spingere all’azione. Fa la differenza se perdiamo consapevolezza di quello che accade. Non se accade quello che accade dentro di noi. Il problema è se lo agiamo fuori di noi senza esserne consapevoli. Queste emozioni fanno parte dello scenario umano, mettono il cuore in inverno, come altre mettono il cuore in primavera, in estate o in autunno. Le emozioni, si compensano tra di loro; così la nostra gelosia è mitigata dall’amore e dalla generosità. La nostra invidia dall’amichevolezza e così via. Non c’è bisogno di reprimere ma solo di conoscere. E sapere che le emozioni fredde sono un problema solo se non abbiamo emozioni calde.

Mi sono affezionata all’inverno perchè sento che è vero, non come l’estate che vola via e sembra così divertente e allegra ma non lo è, perchè il sole è sempre di corsa e lascia tutti con l’amaro in bocca. L’inverno non pretende di confortare, ma in fin dei conti sento che è consolante, perchè una si raggomitola su se stessa e si protegge e osserva e riflette, e credo che soltanto in questa stagione si possa pensare per davvero. Marcela Serrano

Pratica di mindfulness: Addolcire, confortarsi, aprire

© Nicoletta Cinotti 2016 Dimorare nel presente dimorare nel corpo Foto di ©Paolo Cirmia

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