Siamo abituati a considerare la gentilezza come un premio. Sei stato buono con me e quindi io sono gentile con te. In questo modo però rinforziamo tutti gli aspetti di avversione considerandoli giustificati come punizione o, addirittura, come vendetta.
Il problema però è che i sentimenti di chiusura non sappiamo se feriscono gli altri ma di sicuro feriscono noi chiudendoci alle opportunità esterne e alle risorse interne. Inoltre noi abbiamo una convinzione colpevolizzante che è credere che il nostro stato mentale “dipenda” da quello che succede fuori. Se fuori sono “buoni” noi siamo felici, se fuori sono “cattivi” non possiamo che essere infelici.
In questo modo tutta la nostra vita emotiva è in mano a forze esterne che non possiamo controllare anche se tentiamo vanamente di farlo.
E se invece iniziassimo a pensare che l’esterno fa solo da interruttore per quello che coviamo dentro di noi? Thich Nhat Hanh ne dà un a efficace spiegazione quando afferma che nella nostra coscienza deposito ci sono i semi di tutte le formazioni mentali. Quando accade qualcosa emergono alla nostra coscienza i frutti di queste formazioni mentali che giacciono nella coscienza deposito. Pensare che la colpa sia di quello che è accaduto fuori ci rende, stranamente e totalmente, impotenti. Guardare dentro ci permette di vedere meglio quello che sta nel nostro orto e ci permette di coltivare i semi della felicità. Ci permette anche di uscire dalla logica che ricerca il colpevole per entrare in intimità con noi: nessun colpevole nessuna condanna. possiamo essere gentili anche senza ragione, per coltivare meglio i semi della felicità.
Ovunque vi sono gemme preziose, nel cosmo e in ognuno di noi. Voglio offrirtene, caro amico. Sì, questa mattina, voglio offrirtene una manciata, una manciata di diamanti dall’alba al tramonto splendenti. La tua vita, ogni giorno, ogni minuto, è un diamante che ha in sé cielo e terra, luce e fiumi. Respiriamo gentilmente, e già il miracolo si rivela, uccelli cantano, fiori sbocciano. (…)Sei il più ricco della terra, e ti comporti come un figlio povero. Per favore, torna alla tua eredità. Offriamoci felicità l’un l’altro e impariamo a dimorare nel momento presente. Nutriamo la vita nelle nostre braccia e lasciamo andare dimenticanza e disperazione. Thich Nhat Hanh, Fare pace con sé stessi
Pratica di mindfulness: La pratica di gentilezza amorevole della mattina
© Nicoletta Cinotti 2022 Reparenting ourselves. Ritiro di bioenergetica e mindfulness