Sono pochi i cambiamenti netti e rapidi. La maggior parte dei cambiamenti è graduale e quindi non visibile. Per qualche ragione evitiamo di vedere la gradualità del cambiamento ma siamo abituati a notare solo i grandi e repentini cambiamenti. Così se incontriamo un vecchio compagno di scuola che non abbiamo visto da vent’anni, ci accorgiamo subito di com’è cambiato ma se, invece, lo incontriamo con regolarità la sua trasformazione sarà meno evidente per noi e avremo bisogno di riprendere qualche vecchia fotografia per ricordarci com’era e com’eravamo.
Questa cecità rispetto al cambiamento è scritta nel nostro patrimonio di risposte innate: solo quello che è improvviso può essere pericoloso e merita la nostra attenzione. In questo modo finiamo per costruire una sorta di evitamento esperenziale che ci rende ciechi proprio di fronte al cambiamento delle persone che amiamo, ciechi di fronte al nostro stesso cambiamento. L’evitamento rende scontata, di poco valore, ogni cosa. Anestetizza l’impatto della novità attraverso la noia. E invece niente è uguale a prima. Forse il risveglio di cui si parla tanto nelle discipline spirituali è proprio questa capacità di riconoscer la novità di ogni momento.
Svegliarsi è utile e per farlo la gratitudine è uno strumento fondamentale. Perché qualsiasi cambiamento, se accolto con gratitudine, è più percepito. Altrimenti finiamo per considerarlo un problema. Fare pace con il cambiamento è uno dei modi per fare pace con sé stessi. E fare pace con se stessi è la base per la felicità e serenità alla quale aspiriamo.
Guarda con attenzione e scoprirai che le persone sono felici perché sono grate. L’opposto della gratitudine è dare ogni cosa per scontata. David Steindl- Rast
Pratica di Mindfulness: Meditazione sul cambiamento e la gentilezza amorevole (Meditazione live: con alcuni riproduttori il volume può essere basso)
© Nicoletta Cinotti 2019
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