Sicuramente sai benissimo che non tutte le emozioni sono uguali: proviamo ogni giorno l’alternarsi delle diverse sfumature emotive. Non tendiamo però ad essere consapevoli che, in effetti, ci sono emozioni che nascono dentro di noi – rabbia, paura, disgusto, gioia, amore – e altre che nascono di riflesso. In inglese le chiamano self conscious emotions. Un dicitura perfetta! Sono emozioni che proviamo immaginando come gli altri potrebbero percepirci. Sono vergogna, invidia, senso di colpa; giusto per citarne alcune.
È come se, improvvisamente, ci rendessimo conto che c’è una distanza tra il nostro Sé reale e quello ideale e cogliessimo uno sguardo di disapprovazione: il nostro. Anche quando può sembrare che lo sguardo malevolo sia rivolto all’esterno – come nell’invidia – in realtà è sempre uno sguardo che svaluta la nostra vita.
Perchè? Perché non è perfetta. Può sembrare una follia eppure è proprio così. Vorremmo una vita perfetta e tutte le volte che ci accorgiamo che tra la nostra vita e la perfezione c’è una distanza misurabile scatta una disapprovazione. Può prendere la forma della vergogna o dell’invidia ma il punto è sempre la nostra imperfezione e il senso di inadeguatezza che emerge.
È una follia pura e semplice e per la follia, lo sappiamo bene, non c’è ragione che tenga. La vita non è perfetta e nella sua imperfetta bellezza sta la possibilità di crescita. Una crescita che la perfezione non possiede. Quando siamo folli però tutte le parole sono vane: conta solo l’affetto.
Solo l’affetto può sciogliere quella lucida follia che ci spinge a lottare per la perfezione. L’affetto per noi e per la nostra follia. L’affetto per i nostri graffi. L’affetto per quella meravigliosa e imperfetta umanità. E un pizzico d’irriverenza. Quella verso gli ideali.
Quando cadiamo malamente, qualcosa si rimette insieme. Ma la nostra caduta deve essere senza riserve, senza aspettative, senza speranza anche se non disperata. Non si può pianificare quel tipo di caduta. Quando ti abbandoni completamente alla vita, il fiume scorre e niente è più inceppato. Impossibile è solo un’altra parola per grazia. Senza volerlo la vita fa una svolta e ci restituisce un modo completamente diverso di essere e vedere. Roger Housden
Pratica di mindfulness: Centering meditation
© Nicoletta Cinotti 2017 Verso un’accettazione radicale Foto di © sue.h /