La notte è il luogo dell’intimità e della vulnerabilità. Quello spazio in cui ciò che abbiamo vissuto di giorno acquista significato. Quel luogo in cui ci prepariamo a ciò che arriverà. E’ il momento in cui il non conosciuto ci abita e ci attraversa. Ci parla attraverso i sogni, le inquietudini, la quiete della profondità.
La notte sostiene la nostra umanità e la nostra compassione. Senza un buon riposo il giorno si presenta come un peso, come un compito da assolvere.
Aprirsi al giorno così non è un banale atto di risveglio.
E’ un atto di passaggio. Un buon risveglio è la celebrazione della libertà. La mattina e la transizione tra la notte e il giorno sono atti privati in cui torniamo a conoscere nuovamente il mondo, in cui riprendiamo il dialogo, quella conversazione privata e intensa, con la vita. E’ il momento in cui il conosciuto torna a bussare alla nostra porta .
C’è qualcosa nella mattina di solitario ed è il modo in cui apriamo la porta verso la nostra giornata.
Portare la consapevolezza, come pratica formale o informale, a quella apertura, ci permette di esplorare la transizione tra sconosciuto e conosciuto, tra notte e giorno, tra intimità e condivisione. Senza la consapevolezza di ciò che porta l’inizio del giorno, finiremmo per sentirci assediati, fin dall’inizio, da tutto e da tutti.
…perch’io, che nella notte abito solo, anch’io, di notte, strusciando un cerino sul muro, accendo cauto una candela bianca nella mia mente -apro una vela timida nella tenebra…Giorgio Caproni
Pratica di mindfulness: La consapevolezza del respiro
© Nicoletta Cinotti 2015 Mindfulness e bioenergetica