Mi sono resa conto di quanto sia urgente ripensare il rapporto con la salute e, nel farlo, di come potrebbe essere utile ripartire da alcuni interrogativi che ci hanno accompagnato da sempre, da quando siamo in grado di ragionare. La consapevolezza deve trovare agganci concreti …e ho capito che di certe cose bisogna parlare di più, per riflettere con attenzione; che si possono riproporre alcuni concetti consolidati in una chiave di lettura diversa e proiettarli così nel futuro; che è fondamentale elaborare, confrontarsi per aprire un dialogo. Che cosa è uscito da questa mia riflessione? Prima di tutto che secondo me abbiamo bisogno di vedere la salute come un bene che scorre, come una linfa vitale che connette tra loro gli uomini, gli animali, le piante e l’ambiente. Di fatto, uomini, animali, piante e ambiente non sono che vasi comunicanti. Per capirlo fino in fondo dobbiamo espandere le conoscenze trasversali e affrontare i problemi nella loro complessità, non possiamo limitarci a un approccio verticale. La scienza moderna porta nel suo DNA – giustamente, beninteso – il processo di specializzazione, e per questo ha saputo dare i risultati che tutti (a parte qualche scettico, chiamiamolo così) le riconoscono. Ma, in un mondo sempre più complessi, il rischio è anche quello di perdersi, nell’iperdettaglio o nell’iperconosciuto, e di non avere più la visione complessiva.

Un approccio di più ampio respiro, integrato, è essenziale per dare il nostro contributo ai 17 Sustainable Development Goals (Versione in italiano) delle Nazioni Unite, che – per quanto irraggiungibili secondo alcuni – rappresentano l’unica speranza di revisione di politiche attuali che si rivelano ogni giorno di più assolutamente insostenibili.

Ho imparato moltissimo nello scrivere questo libro, che si è rivelato pagina dopo pagina una passeggiata piena di meraviglie e di sorprese. Perché abbiamo tutti bisogno ogni tanto di fermarci a riflettere sul senso di quello che facciamo e sulle nuove consapevolezze. senza la conoscenza del percorso che abbiamo alle spalle è difficile stabilire la direzione futura…Con questo libro vorremmo invitarvi a scoprire il valore della trasversalità e la sua dirompenza, spesso illuminante, che porta a grandi e rapidi cambiamenti.

La linea di riflessione di Ilaria Capua – che propone un modello di salute circolare in cui tutto è connesso e rende la salute delle piante, dell’ambiente, degli animali e dell’uomo un continuum in cui la malattia dell’uno porta conseguenze sulla salute dell’altro  – si è allargata ad includere la storia della scienza, la storia dell’arte, la filosofia antica, come la biologia, la microbiologia e l’epidemiologia. Un percorso interessante che spiega come siamo arrivati, oggi, dice saggiamente Ilaria Capua, a considerare la salute non solo come un dato fisico ma anche come un dato psicologico, spirituale, ambientale. La salute – sempre citandola – è soltanto della mente e del corpo oppure anche dell’anima, qualunque cosa intendiamo per anima? 

Un libro che consiglio perchè è leggero come un romanzo e profondo come un saggio.

© www.nicolettacinotti.net per la Rubrica Addomesticare pensieri selvatici

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