Molte emozioni sono transitorie: arrivano e passano in un continuo mutare. Quasi un arcobaleno emotivo che mantiene una qualità di flusso e cambiamento.
Ci sono emozioni però che stazionano più tempo e disegnano così in modo considerevole il nostro panorama interno. A volte rimangono più a lungo perché le tensioni muscolari le trattengono, in senso letterale. Altre volte perché iniziamo con loro un dialogo razionale. Cerchiamo di comprenderle, di modificarle e diventano una sorta di compagnia interiore.
Altre volte rimangono a lungo perché questo fa parte della loro natura. La vergogna è una delle emozioni più durature. Non è semplice farla andare via perché riguarda tutto il corpo e si accompagna, molto spesso, ad una sorta di paralisi. Ad una stasi. È per questo che la vergogna è una delle emozioni più dolorose e più pericolose: perché si pone come un ostacolo tra noi e la nostra libertà d’espressione. Tra noi e la nostra autenticità.
Inoltre la vergogna spinge a ritrarsi e quindi ci sottrae alle risorse di consolazione, amicizia e sostegno che provengono dagli altri. Così, quando arriva è importante prendersene cura e immaginare che, respiro dopo respiro, si sciolga come neve al sole, come burro al sole. Non saranno i rimproveri a farla andare via: sarà il respiro e la compassione nei nostri confronti a farla scorrere.
I genitori spesso usano la vergogna come strumento educativo, un modo per forzare i bambini a non mostrare – o a non provare – certi sentimenti. Non sono consapevoli del danno che producono. Alexander Lowen
Pratica di mindfulness: Self compassion breathing
© Nicoletta Cinotti 2022 Il programma di Mindful Self-compassion