Ci sono diverse ragioni per cui scelgo il presente, rispetto al passato o al futuro. Scelgo il presente perchè è pieno di opportunità. Il passato le ha finite in un’unica azione le sue opportunità. Il futuro non le ha ancora realizzate. Il presente invece sta qui, concreto e dinamico e nasconde più cose di quelle che tendo a vedere. Sveglia la mia curiosità e il desiderio di sapere quale movimento prenderanno i fatti della vita.
Scelgo il presente perchè è attivo: non ha la qualità nostalgica del passato né quella sognatrice del futuro. Mi permette di esplorare la solitudine e la compagnia. In ogni caso lo scelgo perchè passato e futuro sono due crinali sempre accessibili. Facile rimuginare sul passato o fantasticare sul futuro. Facile ripescare un ricordo e lasciare che ri-crei l’umore del momento in cui è avvenuto; facile lasciare che mi porti altrove. Facile che il passato faccia saltare direttamente al futuro e alle sue ipotesi di miglioramento.Le ipotesi di miglioramento sono le sorelle vincenti delle rimuginazioni. Per ogni cosa su cui rimugino c’è un contraltare futuro in cui tutto andrà secondo la mia volontà. Poi mi sveglio, atterro e trovo ancora il presente lì ad aspettarmi. Scelgo il presente perchè è il luogo della compassione, della pazienza e della generosità. Nel passato posso essere rancorosa, nostalgica, accusatoria, nel futuro posso essere vincente ma tanto futuro spesso è anche tanta paura che i sogni non si realizzino. O che si realizzino le versioni peggiori dei nostri sogni: gli incubi.
Scelgo il presente perchè solo qui, in questa fragile dimora, è possibile essere felici. Non è possibile essere felici nel futuro. Perchè la felicità futura è sempre condizionata al miglioramento. E se non miglioro? E se non miglioriamo? Scelgo il presente perchè qui la felicità è facile: basta fermarsi e assaporare quello che c’è senza aspettare di migliorarlo, senza aspettare che sia diverso. Solo gustandolo scopro quanto è ricco questo presente dal quale, invece, volevo fare le valigie e fuggire. E scopro che, una goccia di felicità, è sempre accessibile anche nella più nera difficoltà. Basta assaporarla senza miglioramenti, paragoni o correzioni. Scelgo un presente senza bianchetto e senza matita rossa o blu.
Riuscire a fermarsi ed essere consapevoli del momento presente appartiene alla definizione di felicità. Non è possibile essere felici nel futuro. Questa non è una questione di credenza, è questione di esperienza. Thich Nhat Hanh
Pratica di mindfulness: Lo spazio di respiro di tre minuti
© Nicoletta Cinotti 2018 La cura del silenzio
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