Stamattina la pioggia batte forte. Un’acquazzone estivo che dichiara tutta la forza del caldo dei giorni passati. Impossibile non sentire scorrere l’acqua sul vetro, battere sul tetto, accompagnata dai tuoni in lontananza. Essere in casa e sentir piovere è una sensazione mista di sicurezza e protezione accompagnata alla consapevolezza che i pericoli – la pioggia – esistono.
Questo battere – così forte e insistente della pioggia – assomiglia ai pensieri che la mente autocritica scatena, a volte, dentro di noi. Passare dal sereno al rimprovero è un attimo. E una tempesta, che solo noi possiamo sentire: arriva veloce e imprevista e non ci sono ripari per quell’acquazzone interiore che ci colpisce. Lo scopo – apparente – è insegnarci qualcosa. Come ci si comporta, che cosa si sarebbe dovuto dire o fare. Il risultato però è solo una brusca perdita di compassione nei confronti di noi stessi. Abbiamo sbagliato e, per i nostri errori, non ci sono scuse.
L’illusione che la nostra mente critica nutre è sempre la stessa: che rimproverandoci ci metterà al sicuro. In realtà, ogni attacco della mente critica ci fa sentire più incerti e insicuri delle proprie possibilità. Ci bagna, senza nutrire la fiducia e la riflessione.
Possiamo lasciarla scorrere – proprio come questo acquazzone estivo. Senza identificarci nelle tante parole senza cuore che l’accompagnano e proteggerci, con affetto, dalle conseguenze impreviste di una rabbia che si rivolge contro noi stessi. È solo una tempesta della mente: passerà se noi lo permettiamo. Lascerà solo la terra più umida.
Le lacrime sono come pioggia dal cielo ed un buon pianto è come un acquazzone che pulisce l’aria. Alexander Lowen
Pratica di mindfulness: La consapevolezza del respiro
© Nicoletta Cinotti 2016 Le radici della felicità