Questa settimana la recensione riguarda un piccolo libro di poesie che merita una menzione speciale perché è un libro progettato da due menti utopiche come Manuela Dago e Francesca Genti, in 50 esemplari numerati. La mia copia è la numero 42. Confesso che mi sono emozionata all’idea di avere un libro in edizione così limitata. Sembra che anche la rilegatura sia “cucita a mano” e che questa sia una caratteristica della loro casa editrice, pardon “Capanna editrice”. Le trovi su Facebook, Instagram perché anche le capanne e le sarte possono essere social.
Io ho acquistato “Poesie che non mi stavano da nessuna parte” e l’ho trovato creativo nel senso più pieno del termine ma, ovviamente, mi sono imposta di non comprare più di uno dei loro libri al mese (forse a quindicina….forse a settimana, adesso vedo un po’ come fare per non comprare voracemente dei libri che sono anti-voracità!). Il libro infatti respira di lentezza per la precisione e la cura della sua composizione. Non sono poesie scritte velocemente ma scritte lentamente, stampate con cura, rilegate con gentilezza.
Manuela Dago si occupa di poesia visiva e, per esempio, ricama parole su cotone bianco mentre Francesca Genti si occupa (anche) di astrologia. Io non è che sono proprio tanto astrologica però li compone in quadernini astrali che mi solleticano molto.
Insomma sono due ragazze che non so come facciano a produrre tanta bellezza. Poi c’è anche Silvia Salvagnini che, nell’Orlo del vestito mette insieme immagini e parole per parlare degli stereotipi legati all’essere bambine.
Insomma Edizioni Sartoria utopia vale tutto quello che spendi ( e spendi poco anche se potrebbero risparmiarsi la spedizione per raccomandata e fare solo piego di libri!)
Il cuore è un osso duro
non può un muscolo
tenero e indifeso
creare tutti questi problemi:
ne deduco che il cuore
è un osso duro
al pari di un femore
o di una costola
si rompe il cuore
come tutto il resto.
Manuela Dago
©Nicoletta Cinotti 2021 per la Rubrica “Addomesticare pensieri selvatici”