Non soffriamo solo per l’inquinamento ambientale. Soffiamo anche per una forma particolare di inquinamento che è mentale. È una miscela di previsioni spaventose sul futuro, atteggiamenti e giudizi rigidi, ricordi dolorosi che si sono stratificati anno dopo anno sul nostro cuore ma, soprattutto, sulla nostra mente che finisce per vedere tutto filtrandolo con la lente del passato e proiettandolo sullo schermo del futuro.
Nelle relazioni affettive questo smog ha delle caratteristiche particolari.È formato da diversi strati. Il primo strato è quello dei “dovrebbe” che definisce come dovrebbero andare le cose ( e come evidentemente non vanno). È uno strato idealistico difficile da abbandonare ma che ci fa vedere solo la mancanza degli altri e non le loro qualità.
Poi c’è lo strato del “…è tutto inutile” che potrebbe essere è inutile parlare, è inutile non cambierà mai, è inutile qualsiasi tentativo. Poi ci sono due strati molto collegati: quelli del passato doloroso e del futuro spaventoso in cui ci terrorizziamo per fatti ed eventi che non si realizzeranno ma che ci ricordiamo o prevediamo come se fossero il presente della nostra vita
In effetti potremmo aggiungere ancora altri strati ma l’effetto finale è sempre lo stesso: portarci in un regno di immaginazione che ci spaventa o ci ri-traumatizza per non stare nella sospensione del momento presente. Diciamocelo: quello che non ci piace del presente è che non sappiamo mai prima cosa succederà dopo. Mentre invece, se stazioniamo nello smog psicologico, abbiamo un sacco di certezze, alcune delle quali sostenute anche dalle interpretazione psicologiche e dalla psicoterapia. Non amiamo la sospensione del non sapere e riempiamo quel vuoto con le nostre paure. Eppure lo spazio vuoto è uno spazio benedetto, in cui fiorisce la creatività, nasce l’intuizione. Lo spazio in cui i sogni prendono forma. La certezza può calmare la nostra ansia ma chiude le porte a molte possibilità e soprattutto chiude la porta alla verità. Perché la verità è una rivelazione che avviene momento per momento. La verità è un verbo che si sviluppa nel tempo e non un sostantivo che dichiara qualcosa di prestabilito.
Tutti i viaggi hanno una destinazione segreta di cui il viaggiatore è inconsapevole. Quella destinazione segreta è ciò che rende il nostro viaggio indimenticabile: è ciò che ci rivela la vera ragione per cui siamo partiti, la vera ragione per cui abbiamo iniziato la nostra ricerca.
Non ha importanza cosa il destino ha in serbo per noi. Siamo liberi di creare un nuovo destino con le scelte che facciamo. Entrando nell’ignoto la nostra identità e il nostro destino possono essere cambiati. Estelle Frankel
Pratica del giorno: Protendersi
© Nicoletta Cinotti 20189 Scrivere la mente nel territorio dell’amore dal 1 al 3 Novembre
Photo by Jack Hamilton on Unsplash