Tutto sommato se siamo persone educate è facile avere un atteggiamento cortese: facile permettere a qualcuno in coda dopo di noi di passare avanti, facile concedere qualche atto di cortesia sorridente. In fondo ci fa piacere essere considerati persone ammodo, garbate e attente. La cortesia richiede, oltre all’educazione, pochi ingredienti semplici quanto essenziali. Richiede di non avere fretta, di non essere sotto pressione e di non avere urgenze. Perché la cortesia è una scelta, fatta perché controlliamo i nostri impulsi e li addomestichiamo, come persone civili mettiamo le briglie ai nostri istinti selvatici e li rendiamo domestici. Può essere più o meno facile a seconda di quanto siamo impetuosi ma è possibile ed è un lavoro di cesello che inizia quando siamo piccoli e continua tutta la vita. Solo quando siamo sotto stress ci sentiamo autorizzati ad essere meno cortesi perchè qualcosa mette a soqquadro il nostro mondo.
La gentilezza non si distingue facilmente dalla cortesia. All’apparenza sono uguali ma se grattiamo sotto la superficie appaiono le diversità. La gentilezza non è formale e non è nemmeno superficiale, gratta la superficie delle cose, toglie le croste. Mostra quello che sta sotto la nostra immagine. Per essere gentili devi aver perso qualche strato di narcisismo e anche qualche strato di orgoglio. Ha una qualità disarmata la gentilezza che non consente inganni: rimane anche quando hai fretta perché è qualcosa che fa parte delle qualità del tuo cuore e della tua persona.
io mi domando spesso se sono cortese o gentile. Poi lascio che risponda la fretta. Quella non ha indugi e svela sempre la realtà: a volte sono cortese, altre volte gentile. Dietro alla mia gentilezza non c’è il dolce ma il salato. Dietro alla mia cortesia c’è lo zucchero filato.
Noi quando amiamo
ci sappiamo arrangiare
con lenzuola da poco
che senza è uguale. Mario Benedetti
Pratica di mindfulness: La pratica di gentilezza della mattina
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