Che differenza c’è tra le parole che nascono dalla meditazione e il linguaggio quotidiano? Essenzialmente, le parole che emergono nella pratica ci riportano al luogo in cui abbiamo perso la primitiva unità mente-corpo. Nel metterli insieme, scrittura e meditazione diventano alleate perché entrambe cercano qualcosa che si è perduto, che sfugge, e riconoscono quello che c’è. Scrittura e meditazione si compiono anche dopo che sono avvenute, seguono la legge dell’intensità e hanno un peso che contribuisce al significato, sono incontri sempre in corso e parlano la lingua dell’esperienza.
In questo libro ci sono diverse aree tematiche: se il tuo interesse prevalente è la meditazione potrai trovare la filosofia del linguaggio che sta dietro al pensiero buddista affrontata in maniera sintetica. Se, invece, il tuo interesse è prevalentemente orientato alla scrittura scoprirai un modo nuovo – semplice ed efficace – per coltivare la tua creatività e avvicinarti alla scrittura partendo da un punto di vista diverso. Se, come me, ami l’integrazione tra questi due aspetti troverai un vero e proprio percorso che ti aiuterà ad integrarli e a comprendere perché può essere così interessante unire meditazione e scrittura. Non pensare che sia un libro solo teorico: ci sono moltissimi esercizi che ti permetteranno di mettere in pratica ognuno di questi temi. Lo scopo di questo percorso è nobile: è riconoscere in che modo le parole disegnano la nostra mente e il nostro modo di rispondere a quello che incontriamo. Sia agli eventi spiacevoli che a quelli piacevoli.
In edicola, in. allegato al Corriere della Sera, per la Collana Quaderni di meditazione, Martedì 8 Dicembre
© Nicoletta Cinotti