Convinti come siamo dell’importanza di comunicare possiamo passare molto tempo a dare all’altro informazioni. Per scoprire poi che una parte delle nostre informazioni non sono nemmeno entrate nelle orecchie (figurarsi se sono arrivate al cuore). Non è una nostra responsabilità se gli altri non ci ascoltano, questo è vero. Però possiamo domandarci cosa fare perché le nostre parole arrivino e non siano un semplice suono di sottofondo.
Forse possiamo domandarci da dove nascono le parole: stanno venendo fuori dai nostri pensieri? Vogliono dare informazioni pratiche? Allora dille guardando negli occhi la persona davanti a te. Un discorso breve e conciso sarà sempre compreso anche se non sempre “eseguito”.
Stanno venendo fuori dalla nostra pancia come emozioni non ancora del tutto digerite? Allora fai attenzioni perchè quelle parole sono come lava rovente e spesso abbiamo paura di quello che brucia e ce ne allontaniamo. Non vogliamo essere “bruciati” da qualcosa che non ci appartiene!
Vengono fuori dal nostro cuore? Allora fai attenzione che in quel momento anche il cuore dell’altro sia aperto. Altrimenti scivoleranno fuori, senza raggiungerlo e a te rimarrà la sensazione di essere stata rifiutata. E, invece, era solo un cuore occupato in un’altra conversazione. In quel momento il silenzio potrebbe essere il modo migliore per parlare.
Così vedrai che quando parliamo a cuore aperto ad un altro cuore aperto abbiamo di fronte uno scenario in cui non sono più importanti le informazioni perché abbiamo tutta la ricchezza delle rivelazioni. Tutta la ricchezza del dire la verità. E allora possiamo scoprire che le parole vere hanno dentro di sé una quota di silenzio che le rende più facili da ascoltare.
L’ho chiuso a chiave
nella cassapanca di casa mia
questo stupido amore,
ma lui è uscito e mi afferra
per farmi soffrire ancora. Man’yōshū
Pratica del giorno:I suoni del silenzio
© Nicoletta Cinotti La cura del silenzio: Ritiro online