Se facciamo attenzione ai nostri pensieri durante la pratica, o semplicemente durante il giorno, non è difficile rendersi conto che una parte sono rimproveri e un’altra parte, tutt’altro che piccola, sono progetti. Facciamo piani per la giornata, per la settimana, per l’anno. Facciamo piani per quasi tutto. Anche per le cose più semplici come fare la spesa.
La nostra mente, come un alveare, è sempre intenta a costruire progetti, indipendentemente dal nostro umore, dalla complessità dei piani, dalle difficoltà della realtà.
Facciamo progetti perché questo ci dà la sensazione di costruire il mondo. Così i piani diventano aspettative e i giorni diventano impegni e gli obiettivi diventano mete. Costruiamo un’aspettativa, un desiderio, una meta senza nemmeno accorgercene. E ci aspettiamo che si realizzi.
Quando non accade la rabbia, lo sconcerto, lo sconforto ma soprattutto il senso di fallimento fanno capolino come mostri. E tutto questo per niente. Perché abbiamo messo un progetto in più, una aspettativa in più, un’obiettivo in più e tutto questo è stato fatto da noi. Ci sentiamo delusi come se fosse stata una promessa di felicità non mantenuta da qualche misteriosa divinità.
Invece noi, costruttori del mondo, abbiamo messo un punto d’arrivo che ha avuto solo la funzione di renderci più stanchi. Così, oltre che trattare la nostra agenda di impegni come un giardino, come racconto in Destinazione Mindfulness, forse dovremmo trattare anche i nostri pensieri con il rispetto delle stagioni. E concederci, per almeno un quarto del tempo, il riposo dell’inverno. Niente progettazione ma solo la mente libera di respirare. Ogni giorno un quarto d’inverno. Per gustare la fioritura di nuove idee della primavera, la maturità dell’estate e lasciarle andare nell’autunno, così che, a sera, possiamo dormire tranquilli.
Vedete se potete regalarvi autentiche benedizioni come auto-accettazione o brevi periodi di tempo, ogni giorno, privi di progettualità. Abituatevi a sentirvi degni di accettare questi doni senza obblighi – a ricevere semplicemente da voi stessi e dall’universo. Jon Kabat Zinn
Pratica di mindfulness: La consapevolezza del respiro
© Nicoletta Cinotti 2016 Cambiare diventando se stessi
Foto di ©Giulia Rossi Ferrini