Durante un ritiro di mindfulness uno dei partecipanti, al termine dei giorni di silenzio, condivise la sua sensazione che, in quei giorni, ogni percezione fosse una epifania. Una epifania perché ne coglieva la novità, come se, finalmente, potesse vedere il manifestarsi del cambiamento in ogni attimo.
Questo poter cogliere lo svelarsi, il passare dallo sconosciuto al conosciuto è davvero un processo epifanico. Un processo che viene oscurato dalla presunzione di sapere tutto già prima.
Così nutrire ogni giorno la possibilità di cogliere la novità attorno a noi, rivolgere ogni giorno un’attenzione aperta e curiosa al mondo, può diventare la nostra quotidiana pratica informale.
Il nostro seme quotidiano di felicità e gratitudine. La celebrazione della vittoria delle piccole cose. Come guardare la calza della befana: piena di dolcetti minuscoli e vari. Lo stupore e la gioia di non sapere cosa ci aspetta in quella calza che è la nostra giornata, la nostra vita. Il manifestarsi del miracolo quotidiano della novità.
Quelle piccole cose – ripetute giorno dopo giorno – agiscono come una spinta in assenza di attrito: danno una grande velocità al cambiamento. Infatti come possiamo pensare di cambiare se ogni giorno osserviamo solo ciò che è uguale? Per cambiare abbiamo bisogno di sintonizzarci, ogni giorno, su ciò che è diverso. E farlo è più facile se partiamo dalle piccole cose: dai chicchi anziché dal grappolo. Dal respiro anziché dal respirare.
Se siete troppo assorbiti da quello che già si conosce, non potete fare il salto in un’altra dimensione di creatività o immaginazione o poesia o qualsiasi cosa ci permetta di vedere quell’ordine nascosto nelle cose che, fino al momento in cui sono viste e realizzate, non esistono. Jon Kabat Zinn
Pratica di mindfulness: La pratica informale
© Nicoletta Cinotti 2023 Buona Epifania!