Mi domando spesso dove inizia la protezione, sana e necessaria, e dove, invece, entriamo nell’area delle difese, quelle che fanno danno prima ancora che proteggere. A volte mi espongo coraggiosamente per poi trovarmi costretta a difendermi velocemente. Cerco un equilibrio tra questi aspetti e scopro che non è un confine così semplice da cogliere e riconoscere.

Forse la differenza sta nella quantità di passato che viene a galla. Quando un evento mi ricorda, associativamente, parte della mia storia passata è molto facile che mi stia difendendo più che proteggendo. Il passato inizia nel momento in cui ci esponiamo e offriamo la possibilità che avvenga la ripetizione. Inizia in quella qualità di ingenuità che sembra rimettere in campo la realizzazione del sogno.

Ognuno di noi porta in sè il proprio tallone d’Achille, il luogo della ripetizione. La madre di Achille desiderava proteggerlo, renderlo immortale e così lo immerse nel fiume che gli avrebbe dato quell’immortalità. Dimenticò un’ultima piccola parte: il tallone. Il suo era un desiderio distratto e non lo immerse completamente nell’acqua del fiume. Anche noi facciamo così: ci proteggiamo lasciando sempre un’area di vulnerabilità. Perché abbiamo fretta di metterci al sicuro? Perché, in fondo, è solo dalla vulnerabilità che si cresce? Perché non rinunciamo volentieri alla bellezza di essere umani? Forse per tutte queste cose insieme.

Per alcune persone il tallone d’ Achille è porsi in una relazione sentimentale in maniera eccessivamente fiduciosa. In modo quasi incredibile vedo persone difendersi da 100 relazioni e aprirsi proprio di fronte a quella che ha tutte le probabilità di diventare una ripetizione del passato.

Per altri è investire in un’impresa economica in modo poco salvaguardato. Per me è pensare in grande – troppo in grande – senza considerare la varietà delle intenzioni umane. Ogni volta che apro imparo che siamo umani, troppo umani, meravigliosamente umani. Che in noi sta menzogna e sortilegio, miseria e nobiltà, in un continuo processo di cambiamento. Stranamente, alla fine, il mio tallone d’achille mi insegna il senso della pazienza.

Le nostre difese non iniziano nel momento del pericolo. Spesso iniziano nel momento in cui ci mettiamo di fronte all’esperienza senza consapevolezza o ripetendo una ingenuità che non porta mai troppo lontano. La ripetizione inizia nello slancio che porta già in sé il seme del pericolo. Allora la vera protezione è domandarsi cosa cerchiamo davvero. Perché a volte cerchiamo qualcosa o qualcuno che confermi i nostri pregiudizi, in pratica. A volte. cerchiamo di dimostrare che questa volta sarà diverso. Aspettiamo per tutta la vita questa prova senza accorgerci che la possibilità diversa era già accanto a noi, solo che, distrattamente, non ce ne siamo accorti.

Io credo che ognuno di noi nasca due volte: il giorno in cui viene al mondo e quando prende coscienza della vita.

Pratica di mindfulness: Consapevolezza del respiro

© Nicoletta cinotti 2020 Reparenting ourselves

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