Cosa succede quando pensiamo di dover fare tutto giusto? Prova ad immaginare una situazione qualunque della tua vita, anche una situazione banale ma in cui ti chiedi, implicitamente, di fare tutto giusto e tutto bene. Immagina, giusto per entrare a fondo in questa modalità, di ripetertelo più volte mentre porti avanti l’azione. Non so cosa succede a te ma, per me, la prima reazione è dirmi “Che ansia!”. Perchè il livello di attenzione che ci chiediamo con questo invito a non sbagliare mette paura, mette una tensione performativa.

Adesso immagina la stessa situazione ma, questa volta, ripeti semplicemente “farò tutto questo con cura”. Puoi anche immaginare di ripeterlo più volte, come hai fatto con la frase precedente. Ti accorgerai ben presto che il sentimento che sorge è sempre di attenzione ma un’attenzione lenta e consapevole. Un rallentare, appunto, per fare quello che stiamo facendo con cura. La nostra attenzione non è più spostata sul risultato finale ma sul processo e ogni momento del processo è importante. Ogni passo, ogni azione.

Nella prima situazione – quella in cui ci chiediamo di non sbagliare – ci immaginiamo un rimprovero dietro l’angolo. Nella seconda situazione ci immaginiamo uno sguardo benevolo che ci accompagna. Uno sguardo gentile e dedicato, pieno di premura. Un po’ qlo sguardo di un buon genitore.

Questa è una differenza sostanziale, che nasce da un piccolo cambio di prospettiva mentale. Ne vale proprio la pena di passare dalla logica del giusto e della sbagliato – che è la logica della paura – alla logica della cura, dell’attenzione affettuosa.

È uno di quei minimi cambi di prospettiva che aprono, però, un panorama completamente nuovo.

Essere come il fiume che scorre
silenzioso nella notte,
senza temere le tenebre.
Se ci sono stelle nel cielo, rifletterle.
E se i cieli si riempiono di nubi,
così come il fiume, le nubi sono d’acqua;
riflettere anch’esse, senza timore,
nelle tranquille profondità.

Paulo Coelho
dal libro “Sono come il fiume che scorre. Pensieri e riflessioni 1998-2005”
Pratica di mindfulness: Be water
© Nicoletta cinotti 2020 Reparenting ourselves

 

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