All’inizio della nostra vita siamo una promessa di felicità per i nostri genitori. Poi possiamo diventare dei giovani di belle speranze.

In seguito possiamo anche essere una promessa nel nostro sport o nel nostro campo d’attività. Nel frattempo, nel corso della nostra vita, riceviamo molte altre promesse: promesse d’amore, di fedeltà.

Promesse di felicità. Un sacco di promesse che, con il tempo, non vengono più credute. Dove vanno a finire le promesse non mantenute? Le promesse che noi non abbiamo mantenuto e quelle che gli altri non hanno mantenuto con noi? Io le immagino tutte in un cassetto. Alcuni hanno addirittura bisogno di un armadio per contenerle tutte. In definitiva però le promesse fanno male: sembra che siano qualcosa che riguarda il futuro ma, in realtà, nascono vecchie e hanno più radici nel passato che nel futuro.

Di sicuro finiscono per farci sentire il passato – quello delle promesse non mantenute e finite in un cassetto – come molto pesante.

Alla fine, se amiamo qualcuno, credo che la cosa migliore sia non fargli promesse. Grandi o piccole che siano alimentano le delusioni e – quando non si realizzano – le promesse assomigliano troppo ad un fallimento.

Quante cose non abbiamo fatto perché avevamo paura di non essere all’altezza? Quante volte siamo stati scoraggiati per qualcosa che non si è realizzato e che non era detto che si realizzasse? In fondo le promesse sono sorelle delle aspettative. Prima nasce la promessa, poi l’aspettativa e poi lo stress della performance: vanno così, in fila indiana, com perle di una collana.

Il punto non è la promessa. Il punto vero e autentico è il passo. Quello che facciamo ora. Che facciamo ogni giorno e che, un passo dopo l’altro ci ha portato – senza rimpianti – esattamente dove siamo. Qui.

Nostalgia! Ho nostalgia perfino di ciò che non è stato niente per me, per l’angoscia della fuga del tempo e la malattia del mistero della vita. Volti che vedevo abitualmente nelle mie strade abituali: se non li vedo più mi rattristo; eppure non mi sono stati niente, se non il simbolo di tutta la vita. Fernando Pessoa

Pratica di mindfulness: Addolcire, confortarsi, aprire

© Nicoletta Cinotti 2017 Ritiro di Primavera: Risolversi a cominciare Foto di © benjamine92

 

La copia di questo contenuto non è consentita

Iscriviti alla nostra newsletter ed unisciti alla nostra comunità.

Riceverai per 7 giorni un post quotidiano di pratica.

Poi potrai scegliere se iscriverti alla rivista Con Grazia e Grinta che esce ogni Domenica oppure alla Newsletter quotidiana con spunti di pratica e link a file audio di meditazione

I tuoi dati personali saranno tutelati  nel rispetto della privacy del GDPR e non saranno diffusi ad altri.

Subscribe

* indicates required
Vuoi ricevere
Email Format

Iscrizione Completata con Successo!