…spesso nascosto profondamente dentro di noi, è la nostra parte migliore. Quella dolente ferita, quell’allegra speranza di essere amati, quel desiderio di contatto che ci spinge a muoverci e a cercare.
Man mano che la nostra pratica di mindfulness si sviluppa possiamo trovarci a sperimentare il nostro cuore così com’è, al naturale, non ancora cotto dalle nostre difese.Allora un senso di tenerezza e vulnerabilità, una spaziosità insolita e quasi insostenibile, inizia a sorgere.
Questo sentimento è una parte, una quantità e qualità di un cuore aperto. Molto di ciò che emerge in questi momenti è colorato da pensieri e immagini. È impossibile affrontare o sostenere ciò che c’è se ci sentiamo senza valore o non amati. Per lavorare con tutto questo dovremo attraversare la turbolenza della nostra mente per scoprire l’apertura e la spaziosità senza parole del cuore.
Pratica del giorno: Cullare il cuore