Anche se non sempre riconosciamo o percepiamo le nostre emozioni, queste continuano ad esistere perché il nostro modo di comprendere le cose e di stare nel mondo è – indipendentemente dal carattere – un modo affettivo.
Le nostre emozioni non riconosciute vanno a finire nei pensieri e li condizionano sottilmente ma in modo rilevante. Li trasformano in qualcosa di sproporzionato alla realtà: di esageratamente positivo o negativo. Diventano turbini capaci di trascinarci e torturarci, anziché strumenti di comprensione. Diventano sospetti e timori ingiustificati. Diventano sentieri ripetuti, percorsi ogni giorno, senza cogliere la novità del presente.
Pratica del giorno: Oggi, ogni volta che ci rendiamo conto che i nostri pensieri stanno prendendo possesso di noi, proviamo a cercare l’emozione che è nascosta lì dentro. Scegliamo il prato e non il solito sentiero. Sperimenteremo un senso di libertà e leggerezza e i pensieri torneranno ad essere quello che sono: idee.