Quando accade un evento difficile abbiamo bisogno di un po’ di tempo prima di ripartire: assimilare il colpo, comprendere cosa è accaduto, cercare di fare qualcosa in risposta, sono tutti aspetti che richiedono tempo. A volte tempo per tornare ad un andamento normale. A volte tempo per cambiare in direzioni che non avevamo considerato. A questo punto potremmo prepararci all’happy end e invece per molte persone a questo punto inizia l’infinito ripescaggio della rimuginazione e della vendetta, che è la sorella attiva della rimuginazione.
Come l’umore si abbassa torniamo a pensare a quell’episodio e a risvegliare i sentimenti legati a quell’episodio come se potessimo ancora dare una direzione diversa all’evento. Non è così ma, dentro di noi, non riusciamo ad accettare che le cose abbiano preso quella direzione. In senso più generale non riusciamo a seguire il corso degli eventi, a scorrere nella direzione che i fatti ci hanno indicato. A volte pensiamo che piccole o grandi vendette, piccoli o grandi dispetti possano aiutarci. Non è così per una ragione semplice: qualsiasi vendetta qualsiasi dispetto chiede subito una prima vittima. Quella vittima siamo noi. Non c’è vendetta o dispetto che possiamo fare senza sacrificare qualcosa di noi. La prima cosa che sacrifichiamo è proprio la possibilità di andare avanti. In fondo rimuginazione e vendetta si assomigliano. Nella rimuginazione giriamo il coltello nella piaga e le impediamo di cicatrizzare. Nella vendetta sacrifichiamo qualcosa di noi per punire l’altro. È un atto più attivo ma ancora più costoso della rimuginazione. Alla fine abbiamo sempre una direzione, una soluzione, una scelta: quella che gli eventi della vita ci indicano con gentile e ripetuta insistenza. Lasciar andare e fluire verso nuove destinazioni.
Non si può controllare la vita,
prova a catturare un fulmine
a contenere un tornado
a sbarrare un ruscello: creerà un nuovo canale.
Resisti, e la marea ti trascinerà con sé.
Permetti, e la grazia ti porterà più in alto. Danna Faulds
Pratica di mindfulness: Be water
© Nicoletta Cinotti 2020 Andare oltre la paura di vivere