Da bambini, quando facevamo un errore, aprivamo le braccia, con un gesto che esprimeva il desiderio di non farlo più e il fatto che fosse passato. Quel movimento delle braccia, di apertura, spazzava il cuore, aprendolo. Lasciava che il movimento del respiro, portasse nuova vitalità. Non nascondevamo l’errore ma condividevamo il dispiacere permettendo così di ristabilire il contatto. Di essere nuovi. Un piccolo gesto che preveniva il formarsi del senso di colpa. Un piccolo gesto che, confessava il nostro rimorso e il nostro desiderio di non ripetere lo stesso errore.
Pratica informale: Oggi, ogni volta che sentiamo l’odore del senso di colpa, apriamo un piccolo spazio al respiro, allarghiamo le braccia e lasciamo che movimento e respiro spazzino il cuore da questa polverosa oppressione.
Madre ho dato un pugno, A chi, Al mio compagno, non so perchè mi guardava con quegli occhi così,
sembrava aver capito la mia colpa, Ma tu non hai colpa figlio mio,
Eppure lo sento dentro dal cielo, questa tenaglia è qui dal momento della nascita.
E da quel giorno non ho smesso di provare,
Cosa figliolo,
Di provare a liberarmi ma niente da fare, mi segue come il lupo bracca questo gregge..Josè Saramago
© Nicoletta Cinotti 2023 Be real not perfect: verso un’accettazione radicale