“Tuttavia, in qualunque momento esso abbia avuto inizio, il danno collaterale del Disamore, ricevuto nell’enormità dell’infanzia, vasta come un’era, sta nella nostalgia del suo veleno: chi lo riceve vi si affeziona, ne vorrebbe riscuotere magari dell’altro e, crescendo, può talvolta cercare di riempirsene ancora le tasche, per rimpianto di cosa fantasticata pari a un gruzzolo di pepite d’oro. L’oro dell’abitudine, non altro.
Tutto vero, fin che lo crederà: chiunque si dispone a non amare chi non ha l’impudicizia di amare se stesso e si espone all’amore e al disamore altrui come senza ferita, o intelligenza.
I non amati sono mesti sovrani del proprio destino, nel museo vivente della terra». Tanto più verosimile se Disamore emana da un corpo flagrante, radioattivo e radioso di Madre.” Maria Grazia Calandrone,
La storia di un’adozione, la storia di una famiglia, la possibilità di trovare la bellezza anche dove è nascosta. In assoluto il più bel romanzo che ho letto finora nel 2021