Tenere tra le braccia
la voce del mondo
ospitare i suoni ammucchiati
senza chiedere senso
cullare lingue e pelli
ossa di diverse misure
parole fredde e calde urli e bisbigli
una fioritura spinosa
e corrodere le frontiere
e fare uno strepito sorridente:
sì vieni, ben arrivato
nel mio sbando
c’è sempre posto per te.
© Chandra Livia Candiani, La domanda della sete