Sono molti i modi in cui ci mettiamo sotto sforzo. Uno dei più continui e classici è attraverso la tensione muscolare. Non solo le grandi tensioni muscolari ma quelle piccole, sottili continue…serrare i denti, trattenere il respiro qualche secondo di troppo, spingere la testa avanti, stringere le braccia al diaframma e così via. Queste piccole contrazioni, proprio perché continue, finiscono per non essere più percepite con chiarezza. Diventano gesti automatici. Diventano il nostro modo costante di impedirci di esistere e di spingerci a fare…spesso a fare qualcosa di diverso.
Oggi, di tanto in tanto, porta l’attenzione al corpo, raccogli l’insieme delle sensazioni fisiche e apri quelle piccole tensioni, provando semplicemente a respirare più profondamente. Lascia che tutto il corpo possa riposare in questo senso di scioglimento…
“E’ importantissimo ricordare che non c’è un modo giusto di praticare e che, alla fine, bisogna costruirsi la propria pratica, o meglio lasciare che diventi propria grazie alla disponibilità che si ha a dedicarvisi e a lasciare che diventi il proprio maestro”
Jon Kabat Zinn