Un mio giovane amico definisce il tempo che trascorre a leggere favole a sua figlia un tempo che non ha bisogno di alcuna conferma. C’è saggezza in questa frase: un tempo che non ha bisogno di conferma. Abbiamo tutti necessità di attingere alla sorgente della vita, a più riprese, per ravvivarci abbastanza da poter continuare il viaggio. Ogni volta che ci facciamo strada dentro di noi, suonando o ascoltando musica, meditando, dipingendo, amando, leggendo favole ai nostri bambini o a quelli degli amici, o a noi stessi –quando spegniamo per un po’ la mente, così come si chiudono gli occhi stanchi, e lasciamo che i nostri cuori si arrendano, come si aprono le bocche assetate –giungiamo a una comune sorgente dove non c’è bisogno di approvare o accettare nulla, dove non occorre superare alcun rifiuto, né critica. L’esperienza stessa è l’unica autorità a cui affidarsi.(…)
La verità è che ogni giorno ci capita di dissetarci con un grande paradosso: benché chiunque sia abbastanza vivo possa condividere con noi il momento presente, l’attimo che stiamo vivendo proprio ora, nessuno può viverlo in modo più diretto e autentico di noi stessi. Nessuno può dire al posto nostro cosa stiamo provando, adesso, nell’essere vivi. Nessuno ha bisogno di un permesso per essere vivo, per restare vivo, né per conoscere la gioia di toccare la terra con la propria mano, unica e irripetibile. Mark Nepo
Ci sono mille modi di inginocchiarsi e di baciare la terra. Rumi
@www.nicolettacinotti.net Per la Rubrica “Addomesticare pensieri selvatici”
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